- Papa Francesco continua a essere, dal punto di vista emozionale, una grande fonte di speranza (42 per cento). Bergoglio, inoltre, suscita negli italiani un ampio set di emozioni positive, trasmettendo serenità (36,5 per cento), voglia di impegnarsi (22 per cento) e forza (sempre 22 per cento)
- I vertici della gerarchia ecclesiastica hanno un livello di fiducia media del 24 per cento. Un dato in ulteriore calo, rispetto al già basso 32 per cento del 2021
- Va un po’ meglio per i parroci. Il livello di fiducia complessivo è al 32,5 per cento. Anche in questo caso si registra un calo rispetto al 47 per cento registrato nel 2021.
Nella domenica di Pasqua, dopo dieci anni di pontificato, è utile fare il punto sulla relazione tra papa Francesco, la gerarchia ecclesiastica e l’opinione pubblica italiana. Un primo aspetto che si può osservare è lo stato della fiducia. Il 64 per cento degli italiani ha molta o abbastanza fiducia nel papa e nel suo modo di essere Pontefice. Un legame che è forte tra le persone che si recano tutte le domeniche a messa (64 per cento sempre), ma è molto più consistente in quanti hanno una pratica meno assidua (85 per cento).
Il livello di fiducia è molto alto tra i baby boomers (75 per cento), mentre è più calmierata nella Generazione Z (51,5 per cento) o tra i Millennials (58 per cento). Francesco I ha maggiori sostenitori nei residenti nelle zone centrali delle città, rispetto a quanti vivono nelle periferie (67 per cento contro 48). Dal punto di vista delle classi sociali, Bergoglio ha il 69 per cento dei consensi nel ceto medio, mentre tra i ceti popolari il dato si ferma al 53 per cento.
La fiducia nei Vescovi e nei parroci è decisamente molto più bassa rispetto a quella nel papa. I vertici della gerarchia ecclesiastica hanno un livello di fiducia media del 24 per cento. Un dato in ulteriore calo, rispetto al già basso 32 per cento del 2021.
Le persone che si recano a messa tutte le domeniche mostrano un maggior livello di attaccamento con i Vescovi, anche se il dato si ferma al 45 per cento. Nei giovani Millennials il dato scende al 16 per cento, mentre tra i baby boomers sfiora il 30 per cento.
La fiducia nei vescovi è nella media tra quanti vivono in centro città (24 per cento), mentre è molto più bassa (16 per cento) tra quanti abitano nelle periferie urbane. Gli unici che mantengono un certo, seppur sempre limitato, legame con i vescovi sono gli appartenenti al ceto medio (26 per cento), mentre tra i ceti popolari la fiducia crolla al 17 per cento. Va un po’ meglio per i parroci. Il livello di fiducia complessivo è al 32,5 per cento. Anche in questo caso si registra un calo rispetto al 47 per cento registrato nel 2021. La maggior relazione con i parroci si registra nelle persone che frequentano la messa tutte le domeniche (51 per cento) e nei baby boomers (39 per cento), mentre è decisamente più basso tra i millennials (23 per cento).
I parroci
I parroci mantengono un certo legame con le persone nelle zone centrali delle nostre città (32 per cento), mentre nelle periferie il livello di scollamento è più marcato (24 per cento di fiducia). La stessa distanza si registra nella relazione con le classi sociali. I parroci riscuotono maggiori livelli di affidamento nella classe media (40 per cento), rispetto ai ceti popolari (21 per cento). Lasciando le valutazioni sulla gerarchia e tornando al profilo del Pontefice, possiamo notare che papa Francesco continua a essere, dal punto di vista emozionale, una grande fonte di speranza (42 per cento). Bergoglio, inoltre, suscita negli italiani un ampio set di emozioni positive, trasmettendo serenità (36,5 per cento), voglia di impegnarsi (22 per cento) e forza (sempre 22 per cento). In sparute minoranze il Pontefice suscita rabbia (5 per cento) e fastidio (6 per cento).
Tra le persone che si recano a messa tutte le domeniche il sentimento più forte è quello di serenità (44 per cento), mentre è in queste fila che troviamo un leggero aumento della sensazione di rabbia, anche se rimane circoscritto a una assoluta minoranza (8,5 per cento). Il papa è un latore di speranza soprattutto per i ceti medio bassi (48 per cento), per i baby boomers (53 per cento), per i residenti nelle grandi città (46 per cento) e per quanti vivono nel cuore dei centri urbani (50 per cento).
I giovani
Nei giovani della Generazione Z la relazione con la Chiesa e con il pontefice è più fredda, anche se il papa riesce a suscitare sentimenti di serenità nel 31 per cento dei giovani e di speranza nel 40 per cento della Generazione Z. In particolare tra i giovani è forte la sensazione che il papa sta cercando di dialogare con il mondo contemporaneo e di ripensare l’annuncio del Vangelo in una società che è cambiata (37,5 per cento).
Papa Bergoglio, la sua figura, il suo modo di essere, mantengono un elevato profilo di fiducia nell’opinione pubblica e stanno frenando la caduta di stima e legami che sta coinvolgendo complessivamente la gerarchia ecclesiastica e anche il mondo dei parroci.
Papa Francesco sembra rispondere (almeno in parte), con il suo stile, con il suo modo di essere Pontefice e con le sue modalità, al bisogno di cambiamento, armonia e speranza che aleggia in una società malata, febbricitante e affaticata dalla polifonia delle crisi.
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