- L’ideologia anti-sistema non è altro che l’applicazione letterale dell’ideologia del sistema, la sua reductio ad absurdum.
- Gli esperti hanno promesso l’impossibile e ora il popolo lo pretende. Per non parlare dell'accusa di “fascismo” rivolta contro il green pass, fantasticheria di una società educata ad applicare a sproposito la griglia dell'antifascismo.
- Non è forse il paradosso su cui si fonda la democrazia moderna? Bisognava edificare dei miti per governare la società; era inevitabile che qualcuno iniziasse a prenderli alla lettera.
La conoscete quella dell’uomo ubriaco dato per disperso che si è unito alle ricerche di sé stesso? È la vivente metafora di un’élite che continua ad arrovellarsi: da dove vengono i cospirazionisti, i populisti, gli antivaccinisti, i riottosi che si riversano in piazza per protestare contro la dittatura sanitaria? E non capiscono che li hanno cresciuti loro.
L’ideologia anti-sistema non è altro che l’applicazione letterale dell’ideologia del sistema, la sua reductio ad absurdum.
A mettere in dubbio per primo la sicurezza del vaccino non fu il mago Otelma, bensì lo stimato virologo Andrea Crisanti, nel novembre 2020: intervistato sull’argomento aveva affermato che «senza dati» non si sarebbe fatto somministrare alcunché. Tecnicamente ineccepibile, ma era il caso di precisarlo?
Il virologo suggeriva che fosse possibile lanciare una campagna di vaccinazione senza dati: ancora oggi si sente dire — erroneamente — che abbiamo a che fare con un vaccino “sperimentale”.
Hai voglia a ripetere che il cospirazionismo si combatte con lo spirito critico e con l’istruzione, in verità è l’esatto contrario: è proprio nel momento in cui tutti ci sentiamo autorizzati a dubitare di tutto, come Cartesio nel suo tinello, che il sogno della ragione inizia a generare mostri.
Stimatissimo è anche il filosofo Giorgio Agamben, il che non gli ha impedito pochi giorni fa di intervenire in Senato sostenendo una tesi che pare uscita da una catena di WhatsApp.
Secondo lui il governo, consapevole della nocività del vaccino, avrebbe disposto uno scudo penale per esentarsi da ogni responsabilità.
Buongiornissimo anche a lei professore, ma le cose stanno diversamente: poiché una massiccia campagna di vaccinazione produce inevitabilmente dei danni collaterali, è necessario proteggere gli operatori sanitari da eventuali cause.
Quanto ai danni collaterali, bisogna valutarli calcolando costi e benefici sociali.
Se il vaccino salva molte più vite di quante ne mette in pericolo, com’è ormai evidente, allora la campagna vaccinale deve essere considerata un successo.
Ma chi mai avrà diffuso la paura che i vaccini possano essere pericolosi, forse qualche commentatore su un forum terrapiattista? Oppure il quotidiano nazionale della sinistra (boomer) riflessiva che in marzo titolava su cinque colonne «Astrazeneca, paura in Europa», per pochi casi sospetti di trombosi?
E, più generalmente, cos’avrà mai prodotto l’irragionevole ossessione precauzionista che porta l’intera società a mobilitarsi contro eventi rari? Proprio la lotta contro il Covid-19, che ha imposto una retorica del rischio zero dalla quale non riusciamo più a liberarci: la paranoia del 2021 è figlia di quella del 2020.
Gli esperti hanno promesso l’impossibile e ora il popolo lo pretende. Per non parlare dell'accusa di “fascismo” rivolta contro il green pass, fantasticheria di una società educata ad applicare a sproposito la griglia dell'antifascismo.
Non è forse il paradosso su cui si fonda la democrazia moderna? Bisognava edificare dei miti per governare la società; era inevitabile che qualcuno iniziasse a prenderli alla lettera.
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