Questa mattina Giorgia Meloni annuncerà a Pescara la sua candidatura per le elezioni europee, in tutte le circoscrizioni e senza l'ombra di discussione interna. Nessun osservatore sta dedicando una riga o un minuto di attenzione ai nomi degli altri candidati, quelli che saranno davvero eletti al Parlamento europeo, a differenza di quanto accaduto una settimana fa per quelli del Pd che sono stati discussi e sviscerati sulla stampa, nei talk, sui social, con l'entusiasmo degli entomologi.
Per Fratelli d'Italia, invece, il microscopio è riposto nel cassetto. Eppure si parla del primo partito di governo, quotato dai sondaggi intorno al 27 per cento, in procinto di portare i suoi eurodeputati dagli attuali 7 a 24-25. In pochi vanno a vedere chi saranno i predestinati all'elezione, ma se si scorrono i profili dei nomi già annunciati non ci sono dubbi sull'origine.
L'uscente Carlo Fidanza, che con Meloni era nel comitato di reggenza di Azione giovani nei primi anni Duemila e fu sconfitto al congresso che incoronò Giorgia leader, era il 2004. Nicola Procaccini, anche lui uscente, ex portavoce di Meloni alla vice-presidenza della Camera (2006-2008) e al ministero della Gioventù (2008-2011). Marco Squarta, umbro, già presidente Azione giovani nel 1998. Francesco Torselli, presidente di Azione giovane di Firenze. E così via. Giorgia Meloni può contare su una truppa scelta, cresciuta con lei in tempi antichi, fedele, sotto di lei. Il risultato è che, dopo diciotto mesi di governo, Fratelli d'Italia punta a consolidare il risultato del 2022 che lo ha portato a essere il primo partito italiano, ma resta una piramide, con una base elettorale estesa e un gruppo sempre più ristretto via via che si sale, sempre lo stesso, che si abbia il tre o il trenta per cento, fino ad arrivare al vertice, Meloni.
Un mondo impermeabile agli innesti esterni, diffidente di ogni allargamento. Forse questo spiega la crescita graduale di Forza Italia nei sondaggi: la spia di un mondo che si riconosce nel centrodestra ma non in un partito dove se vuoi contare qualcosa devi aver frequentato le stesse scuole e aver fatto le vacanze insieme venti-trenta anni fa. Per ora è un notabilato, non ancora forse un elettorato, ma in prospettiva per Meloni è più temibile del generale Vannacci.
Anche perché, spesso, i fedelissimi hanno dato pessime prove di sé, hanno lasciato sola la leader a tappare le falle aperte con i loro comportamenti improvvisati e pasticciati. E nonostante la classica zona grigia che accompagna ogni potere, saltata senza tanti problemi sul carro della vincitrice: la solita compagnia di giro di amministratori di società pubbliche, apparati di sicurezza, docenti universitari, intellettuali, lobbysti di professione e ovviamente ceto politico, locale e nazionale.
Come si è visto anche in questi giorni della convention a Pescara, con le magliette sventolate dal palco dal presidente di Leonardo e dal capo della cybersecurity, e con molti altri pronti a buttarsi sul palco di un partito in campagna elettorale, come accadeva anche con Renzi alla stazione Leopolda o ai tempi del referendum, in qualche caso i nomi sono gli stessi. E, come in quel caso, il patto tra i nativi del melonismo e i nuovi arrivati si regge sul collante del potere, sempre fragile, sempre a rischio.
Dopo tanto parlare di egemonia da strappare alla sinistra, una questione superata da almeno trent'anni, da quando Berlusconi dimostrò che la cultura popolare era trasmigrata nelle sue mani, l'arrocco di Fratelli d'Italia è ancora forte del consenso, ma appare già in fase di inerzia. È l'immagine di un partito che forse arriverà a superare il risultato del 2022, ma non riesce a superare se stesso: le sue radici identitarie, è qui l'imbarazzo a dirsi antifascisti anche nella settimana del 25 aprile, i suoi uomini di sempre, il circolo autoreferenziale che pensa di essere la Nazione e che invece dovrebbe ricordarsi di rappresentare una parte minoritaria del Paese, e per un tempo definito. Non dovrebbe dimenticarlo neppure chi ha la responsabilità di costruire un'alternativa, pazienza per gli entomologi.
© Riproduzione riservata