- Sul merito dell’allarme democratico lanciato da Enrico Letta ci sono opinioni discordanti. Il segretario del Pd pensa che un governo guidato da Giorgia Meloni avrà un tratto fascio-eversivo o comunque porterà a una distorsione dell’assetto democratico.
- Altri, come Sabino Cassese, credono che gli argini del sistema reggeranno anche a questa eventualità. Ci sono ragioni valide per credere all’ipotesi più spaventosa e per contemplare malgré tout quella più tranquillizzante, ed è possibile che la verità, come capita, sia da qualche parte nel mezzo. Il problema è che l’allarme democratico come strategia elettorale è fallimentare.
- È uno strumento di mobilitazione esausto, un messaggio logorato dall’uso eccessivo, è un allarme talmente battuto da risultare assai poco allarmante.
Sul merito dell’allarme democratico lanciato da Enrico Letta ci sono opinioni discordanti. Il segretario del Pd pensa che un governo guidato da Giorgia Meloni avrà un tratto fascio-eversivo o comunque porterà a una distorsione dell’assetto democratico.
Altri, come Sabino Cassese, credono che gli argini del sistema reggeranno anche a questa eventualità. Ci sono ragioni valide per credere all’ipotesi più spaventosa e per contemplare malgré tout quella più tranquillizzante, ed è possibile che la verità, come capita, sia da qualche parte nel mezzo. Il problema è che l’allarme democratico come strategia elettorale è fallimentare. È uno strumento di mobilitazione esausto, un messaggio logorato dall’uso eccessivo, è un allarme talmente battuto da risultare assai poco allarmante. E chi ha neutralizzato l’allarme democratico a forza di ripeterlo? Naturalmente sono stati gli stessi nazionalpopulisti che oggi il Pd tenta di fermare lanciando l’allarme.
L’idea della democrazia violata dalle élite corrotte e dei diritti calpestati da istituzioni che di democratico hanno soltanto la facciata è centrale nel messaggio dell’ondata populista iniziata (almeno) con la Brexit, quando i vari Trump, Bolsonaro, Johnson, Modi e via urlando hanno istintivamente intercettato quei segni di sfiducia nella democrazia che i politologi Yascha Mounk e Stefan Foa osservavano nelle loro ricerche. Così hanno preso a dire che il sistema era truccato. La vera democrazia siamo noi, non questa truffa travestita da sovranità popolare: questo è l’allarme democratico che i populisti hanno cavalcato.
L’allarme che non funziona
Che sia stata una gigantesca operazione di trollaggio è evidente, ma non importa molto. Il messaggio elettorale ha funzionato, radicandosi in una mentalità diffusa, tanto che è quasi ozioso chiedersi se Trump correrà alle elezioni del 2024: la mentalità trumpiana correrà comunque, con o senza di lui.
Lanciare l’allarme democratico per l’avanzata meloniana potrà anche essere giusto, in linea di principio, ma dopo anni saturi di allarmi democratici di segno opposto significa condannarsi a inseguire il messaggio degli avversari.
Certo, in questa fase rovente della campagna il Pd spera di convertire l’allarme ai propri scopi, ma buttandola sull’apocalisse che verrà continua a giocare nella dialettica noi-loro, dove i populisti dominano, e soprattutto rinuncia a dire agli elettori qualcosa di diverso e originale.
Raramente ha successo una campagna elettorale che mette al centro la copia rovesciata del messaggio dell’avversario.
© Riproduzione riservata