- In Repubblica Democratica del Congo l’ambasciatore d’Italia Luca Attanasio è stato ucciso, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci, in uno scontro a fuoco mentre stava nei pressi di Goma assieme a una colonna dei caschi blu dell’Onu.
- Si tratta di una zona infestata di milizie armate che si battono contro i guardiani del parco a causa di conflitti sulla proprietà della terra. Anche se il convoglio stesso non era probabilmente nel mirino, è finito intrappolato nelle contese locali come talvolta purtroppo avviene in quella regione dell’Africa.
- Secondo altre voci potrebbe essere stato oggetto di attacco da parte dei ribelli ruandesi filo-hutu dell’FDLR, cioè i resti di ciò che furono gli interhamwe che compirono il genocidio in Ruanda nel 1994. Ma si tratta di voci ancora non confermate.
In Repubblica Democratica del Congo l’ambasciatore d’Italia Luca Attanasio è stato ucciso in uno scontro a fuoco mentre stava nei pressi di Goma assieme a una colonna dei caschi blu dell’Onu. Con lui è stato ucciso anche Vittorio Iacovacci, un carabiniere originario di Gorizia. Goma sta molto a est della capitale Kinshasa, precisamente nel Kivu, una delle regioni più pericolose del pianeta anche se la città è considerata sicura. Giovanissimo, sposato e padre di tre figlie, Attanasio stava in Congo da circa tre anni dove aveva scelto di andare in questa nuova fase in cui il paese sta cercando di uscire dal sistema di conflitti che lo attanaglia dalla fine degli anni Novanta.
L’attacco è avvenuto nei pressi del noto parco nazionale di Virunga, quello dei gorilla. Si tratta di una zona infestata di milizie armate che si battono contro i guardiani del parco a causa di conflitti sulla proprietà della terra. Il convoglio era scortato dall’operazione delle Nazioni Unite MINUSMA. Assieme all’ambasciatore Attanasio c’era quello dell’Unione europea, uscito illeso dall’attacco. I due diplomatici accompagnavano gli aiuti del Programma alimentare mondiale finanziati dall’Italia e dall’Europa. Si tratta di visite di routine che non avevano mai destato particolari preoccupazioni, né mai tali convogli erano stati presi di mira. Probabilmente tensioni locali si sono riversate sulla visita dei diplomatici che normalmente vanno a verificare la distribuzione degli aiuti alle popolazioni rifugiate dell’area.
Anche se il convoglio stesso non era probabilmente nel mirino, è finito intrappolato nelle contese locali come talvolta purtroppo avviene in quella regione dell’Africa. Nella stessa area nel 2018 erano stati rapiti due turisti inglesi, successivamente poi liberati. Secondo altre voci potrebbe essere stato oggetto di attacco da parte dei ribelli ruandesi filo-hutu dell’FDLR, cioè i resti di ciò che furono gli interhamwe che compirono il genocidio in Ruanda nel 1994. Ma si tratta di voci ancora non confermate.
Occorre rammentare che la repubblica democratica del Congo è in guerra dal 1997. Il conflitto congolese nella sua parte più infuocata ebbe la particolarità di divenire per un lungo tratto una guerra internazionale con il coinvolgimento di eserciti di altri paesi africani come l’Angola o lo Zimbabwe e terminò con gli accordi globali e inclusivi del 2002. Tuttavia la guerra in Kivu è continuata fino ad oggi a causa della proliferazione delle milizie, divenute veri e propri protagonisti dell’instabilità dell’Africa dei grandi laghi, a cui si aggiungono gli strascichi del genocidio ruandese del 1994.
Dell’ambasciatore Attanasio era nota la disponibilità verso tutti, la prontezza ad andare a visitare connazionali e missionari italiani anche isolati, la particolare sensibilità verso le questioni umanitarie.
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