Combattere” no, ma “Credere” già ce lo chiede suadente Giorgia Meloni in lunghi soliloqui video. “Obbedire” ci toccherà, se passa il suo premierato; il modello è l'amico ungherese Orbán, premier a tempo indefinito, cui devono obbedire media e giudici. Il “popolo” così puoi sempre asservirlo.

Per l'alternativa politica alla destra sgovernante serve però una proposta complessiva; ora il Pd lotta su alcuni grandi temi. Il salario minimo, per sottrarre milioni al ricatto del lavoro precario. Una buona sanità pubblica, che collabori col privato senza privilegiarlo, e non chieda eroismi a chi ci lavora. Ricerca e istruzione pubblica di qualità, specie nell'Italia remota, disagiata, mal servita, per sottrarre a una vita di scarto chi non ha colpa del luogo e della famiglia in cui vive.

Finché si tratta di spendere, la destra pare condividere quegli obiettivi, ma poi rinuncia a trovare i soldi; così l'accordo è finto. La risposta alla domanda “Chi paga?” mostra che con la destra c'è uno scontro di civiltà.

Il suo fortunato motto, “via le mani dalle tasche degli italiani”, è sciagurato; ammicca agli evasori così, calando l'entrata, si tagliano i servizi. Essa persegue furtiva la meta che la destra Usa, se all'opposizione, grida a gran voce: “affamare la bestia”, cioè lo Stato. Individualista com'è, essa forse crede davvero che convenga lasciarci in tasca i soldi delle tasse, perché li spenderemo meglio del Leviatano spendaccione e inefficiente. Col suo scarno retroterra culturale trascura, o magari ignora, i benefici delle economie, di scala e di scopo, che solo la spesa pubblica in sanità, ricerca e istruzione, può conseguire.

Un governo che “coltiva ignoranza” sulla carne alternativa non romperà il circolo vizioso di bassi salari, bassa qualità di prodotti e servizi, minima dimensione d'impresa, bassi investimenti, forti diseguaglianze; Giuseppe Pisauro ha qui mostrato le pecche della manovra di bilancio, che perpetua quel circolo anche con misure ostili alla crescita. Sparisce l'Ace (Aiuto alla crescita economica), che deduceva dal reddito il rendimento figurativo dei mezzi propri. Lo Stato risparmia sì 4 miliardi solo per spenderli male altrove, e scoraggia investimenti e crescita. Non sorprende che la Commissione Ue ci abbia “rimandato a primavera” sui conti, per eccessivi squilibri macroeconomici; è vero, ha dato un buffetto anche a Berlino, che però non ha i nostri maxidebiti!

Va detto all'elettorato che i soldi si trovano stanando gli evasori; non sono furbi, ma ladri, che ci rubano 90 miliardi all'anno sbafando pure i servizi pubblici, e questo governo li tratta in guanti bianchi. Non servono geni di Scienza delle Finanze, disciplina aliena al governo dei commercialisti; lavori il Pd sui dati e li illustri, lotti pure per estirpare l'iniqua e inefficiente flat tax.

Il concordato preventivo fiscale per Meloni è ”una rivoluzione”, ma su lavoce.info Marco Leonardi e Leonzio Rizzo mostrano che esso ignora gli evasori per premiare chi è in regola; è come aumentare lo stipendio a chi va al lavoro, e la fa franca chi si dà malato!

Se c'è la volontà politica, misure come quelle suggerite ad esempio dall'ex ministro Vincenzo Visco ridurranno drasticamente quei furti, coprendo le maggiori spese e lasciando anche risorse per intaccare il debito, che la crescita così innescata alleggerirà. Cucendo il tutto in una proposta complessiva credibile e civile, il Pd offrirà non proposte su singoli temi, ma una chiara alternativa politica.

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