Spesso le grandi personalità dell’università, della cultura e della politica, quando se ne vanno, si possono descrivere meglio ritornando alle radici del loro passato. E ritrovando quel ricordo che hanno lasciato in tutti coloro che le hanno conosciute
Luigi Berlinguer è stato una grande personalità dell’università, della cultura e della politica italiane. Ma per capirlo nel profondo bisogna guardare ai fondamentali della sua vita che sono la sua famiglia, Sassari e la Sardegna.
La Sardegna è una piccola-grande isola, piazzata al centro del Mediterraneo, con una sua storia e con una conformazione naturale molto fortunata per la magnificenza delle sue coste e per la parte ancora integra del suo territorio interno.
Ha due importanti università a Cagliari e a Sassari, dove hanno insegnato molti luminari soprattutto di medicina e giurisprudenza. In questo ambiente, riservato e quasi appartato, ma anche culturalmente molto aperto e vivace, la Sardegna ha dato i natali e ha formato il carattere e l’impegno civile di grandi personalità che hanno rivestito cariche importanti nella politica e nelle istituzioni italiane ed hanno goduto di grande rispetto internazionale.
A Sassari sono nati e hanno studiato due presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga, e il segretario del più importante partito comunista dell’Europa occidentale, Enrico Berlinguer. Ad Ales è nato Antonio Gramsci, grande pensatore politico di sinistra la cui dottrina è oggetto di studio in tutte le università del mondo.
Respirando questa aria politica e questa atmosfera culturale, in questo crogiuolo di bellezze naturali, di tante genialità e di importanti tradizioni, a Sassari, in una bella e numerosa famiglia in cui tutti, uomini e donne, hanno speso gran parte della loro vita nell’impegno civile e politico, nel 1932 è nato Luigi Berlinguer, morto a Siena pochi giorni fa, a 91 anni.
Il territorio dove Luigi Berlinguer ha vissuto la sua esperienza universitaria è stato essenzialmente Siena. Ma l’Italia, l’Europa e il mondo sono stati il suo territorio politico. La base da cui sempre partiva e la sua casa erano a Siena dove, pochi anni dopo la laurea, si era trasferito con la moglie Marcella e dove si è svolta tutta la sua carriera accademica sino a diventare rettore di quella università.
A Roma ha vissuto a lungo da parlamentare e importante ministro, ma a Siena sono nati i suoi due figli, Jole e Aldo, ai quali era legato da un amore speciale, molto forte e molto rispettoso delle loro volontà.
In Luigi Berlinguer la sienitudine non ha mai avuto la meglio sulla sua sardità. Aveva un forte personalità e era sardo nella fermezza del carattere, nel senso della famiglia, nell’eleganza con cui custodiva le sue idee e i suoi ideali, nel senso del dovere, nella serenità con cui sapeva affrontare la battaglia politica, che non temeva.
Ma era anche un sardo che sommava ai caratteri quasi antropologici della sua isola una grande curiosità della vita, un micidiale umorismo solo sassarese, una bella cordialità e una preziosa franchezza. La sua allegria cominciava dagli occhi. Era un intellettuale con la passione per la discussione, il dibattito, il confronto delle idee.
Ma c’è un punto della personalità di Luigi Berlinguer che va detto perché mostra un angolo un po’ nascosto, una straordinaria sensibilità culturale e persino sentimentale che non è facile trovare nella politica italiana sempre troppo presa dalle tattiche del momento per curarsi del futuro dei giovani. Berlinguer era diverso e pensava col suo cervello.
Da ministro dell’Istruzione e poi dell’Università, non solo si è battuto a favore dei conservatori musicali, ma soprattutto ha cercato di introdurre l’insegnamento della musica nelle scuole. Non so se sia corretto fare la classifica delle iniziative politiche degli uomini e delle donne che hanno governato l’Italia. Ma è certo che, in questa immaginaria classifica, uno dei primi posti spetta a Luigi Berlinguer con la motivazione che il suo amore e il suo interesse per la musica e il suo desiderio che la musica potesse diventare uno strumento educativo per le giovani generazioni, sono il segno di quell’acuto intuito culturale al quale dovremmo affidarci se vogliamo che il mondo vada avanti nella giusta direzione.
La buona musica non è solo un vero piacere dei sensi, ma per i giovani e i meno giovani, per gli studenti come per i governanti, può essere anche la strada per scavare sino al profondo dell’anima ed educarla all’ascolto e alla pace.
Luigi Berlinguer è stato tutto questo e anche molto altro. In chi lo ha conosciuto e in chi gli è stato amico, ha lasciato un segno profondo.
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