- 886 morti nel Mediterraneo centrale in questa prima metà di 2021. Cifre sottostimate per l’impossibilità di conoscere tutti i naufragi che accadono quasi quotidianamente.
- Ma il vero dramma è che di quello che sta accadendo ai i nostri confini pare non interessi più a nessuno. E quindi non interessa alla politica.
- È evidente che il principale partito del centrosinistra, il Pd, abbia barattato in nome della governabilità non solo ogni tipo di presa di posizione, ma anche ogni briciolo di umanità.
Le cifre ufficiali delle Nazioni Unite ci dicono di 886 morti nel Mediterraneo centrale in questa prima metà di 2021. Nel mondo, i “morti per migrazione” sono 1.750. Anche quest’anno il Mediterraneo centrale si conferma la frontiera di gran lunga più letale.
Ma le immagini dei cadaveri che ci giungono dalle spiagge libiche e i racconti dei pochi operatori umanitari che ancora riescono a solcare il mare a bordo delle navi della società civile ci dicono che quella cifra è estremamente sottostimata.
Le istituzioni sottostimano, anche per loro stessa ammissione, i numeri dei morti in mare, ma il vero dramma è che di quello che sta accadendo ai i nostri confini pare non interessi più a nessuno. E quindi non interessa alla politica.
È evidente che il principale partito del centrosinistra, il Pd, abbia barattato in nome della governabilità non solo ogni tipo di presa di posizione, ma anche ogni briciolo di umanità.
Sarebbe indegno di un qualsiasi Paese civile spendere quattrini pubblici per finanziare dei killer prezzolati, eppure è quello che il Parlamento italiano si appresta a fare rifinanziando per l’ennesima volta il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica, proprio mentre viene pubblicato l’ennesimo filmato in cui è del tutto evidente che il ruolo assunto dai libici non è quello di salvare vite umane ma di seminare il terrore tra chi cerca di scappare dall’inferno. E spesso seminare il terrore a bordo di una carretta del mare o di un gommone stracarico di persone significa provocare un naufragio.
Persone: stiamo parlando di uomini, di donne, di bambini con una vita, una storia - spesso terribile - delle speranze per il futuro, dei sogni. Persone che hanno tutto il diritto di cercare asilo, di chiedere rifugio, o di cercare una vita migliore o semplicemente possibile, come dicono le convenzioni internazionali e la nostra Costituzione che ci hanno strappato dalla barbarie nazifascista.
Eppure a questa barbarie ci si sta avvicinando sempre più velocemente, nell’indifferenza generale.
In queste ultime settimane non sono mancate notizie di naufragi, di nefandezze compiute dai carcerieri o dalla “guardia costiera” libica. Son arrivate delle fotografie terribili di bambini, donne e uomini trovati cadaveri sulle spiagge bagnate dal nostro stesso mare e drammatici filmati di salvataggi compiuti dalla nostra guardia costiera o dalla Ocean Viking, in questi giorni unica nave della società civile in grado di navigare, essendo tutte le altre bloccate dalla furbizia del ministero dell’Interno.
Sappiamo bene che spesso le leggi e i regolamenti in Italia sono di libera interpretazione e perfino di libera applicazione. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, da buon prefetto, non urla ma si limita ad applicare quelle leggi e quei regolamenti – spesso assurdi e quasi mai imposti alle navi commerciali – per ottenere il risultato politico che le è stato affidato: quello di limitare gli sbarchi, a costo di renderci tutti, governanti e governati, corresponsabili di stragi, barbarie, torture, stupri.
Quando i nostri nipoti ci chiederanno: «se avessi fatto anche tu il tuo dovere, se avessi cercato di far valere la tua volontà, sarebbe successo ciò che è successo?», in pochissimi sapremo rispondere.
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