Cara Laura,

grazie per la serata e la cena che mi hai regalato, insieme con Stefano, nella vostra casa di Montebello, a Perugia. Grazie per la tua testimonianza di coraggio. Di vita. Per le cose belle che hai raccontato, che da tempo non puoi più fare, ma che sono ancora vive nei tuoi ricordi e nei tuoi occhi. E scusa se ti ho detto che quella trattoria di Sansepolcro dove tu andavi con Stefano ( e che era anche la mia preferita), da diversi anni è malinconicamente chiusa.


Ma l'altra sera, per una sera, l'abbiamo riaperta.
Grazie per la tua battaglia, Laura. Non combatti solo per te, ma anche per rendere più umano e civile questo Paese. Penso anch'io che la vita sia un grande dono, in ogni sua fase. E penso che meriti autentico rispetto chi sceglie - per sé - di viverla fino in fondo, anche quando è difficile, se non impossibile, chiamarla vita.
Allo stesso modo meritano rispetto le persone che decidono, in coscienza, di compiere scelte diverse. Come te, che chiedi semplicemente di potere un giorno decidere o no di mettere fine alle sofferenze, alle torture che la sclerosi multipla ti ha provocato. Lo hai scritto, lo hai gridato a tutti noi con parole insieme dure e delicate, con dolore e speranza (sì, speranza) affinché il tuo grido venga raccolto e accolto.

Per quello che posso, come parlamentare e anche come amico, lo faccio. E unisco la mia voce alla tua, a quella di tanti altri, (tra queste mi piace citare la prima cittadina di Perugia, Vittoria Ferdinandi) all'Associazione Coscioni che ti sostiene: Laura Santi merita rispetto. La sua persona merita rispetto.

L'Asl Umbria 1 non poteva, non doveva aver fatto passare mesi e mesi per un parere. La stessa Commissione Medica svolge un compito certamente delicato, ma non doveva far passare mesi per esprimere un parere (nel quale poi sono stati riconosciuti a Laura tutti e quattro i requisiti necessari per accedere al suicidio assistito).

E non doveva far trascorrere altri mesi per trasmettere al Comitato Etico la richiesta di un parere peraltro non vincolante. Sono passati due anni da quando Laura fece quella richiesta. È intollerabile che non le sia stata data ancora risposta. Fatelo, prima possibile. Subito. E mi auguro che la prossima legislatura regionale porti alla approvazione di una legge seria, nell'ambito delle competenze della Regione.

Ma come parlamentare ho anche un altro dovere: quello di contribuire a fare in modo che il Parlamento faccia il suo dovere per approvare al più presto - come più volte chiesto anche dalla Corte Costituzionale - una legge sul fine vita. Per questo sono stato anch'io tra i primi firmatari di una proposta di legge del Pd, promossa da Alfredo Bazoli, che ha iniziato davvero il cammino parlamentare. Ciò è avvenuto perché tutti i parlamentari delle forze di opposizione l'hanno sottoscritta, imponendone così - da regolamento - la trattazione. Ne abbiamo parlato l'altra sera.

E tu Laura eri informatissima, conoscevi i dettagli della proposta, i suoi limiti, le cose per te da cambiare. Ti ho detto che comunque non basta, purtroppo, presentare una legge perché sia approvata. Che ci sono forze ( non tanto conservatrici, ma di ispirazione davvero retrograda che faranno di tutto per bloccarla). E che le forze favorevoli a questa proposta sembrano per ora in minoranza, in Parlamento. Anche se ci sono sensibilità pure dentro la maggioranza. Proprio giovedì abbiamo ascoltato in audizione parole aperte e serie di personalità come Giuliano Amato e Giovanni Maria Flick.

E io mi batterò perché in Parlamento, su temi come questo, non si sventolino bandierine, ma si lascino tutti i parlamentari davvero liberi, con la propria coscienza, di confrontarsi e di votare, senza impossibili e improponibili discipline di partito. Ecco sentivo il bisogno di dirti anch'io che non sei sola, Laura, e che il tuo grande dolore e le tue sofferenze, l'altra sera a casa tua, mi sono sembrati perfino sullo sfondo, rispetto alla luce di dignità dei tuoi occhi, alla forza lucida dei tuoi pensieri e delle tue parole.

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