Un anno di governo: Washington e Bruxelles, il pericoloso equilibrismo di Meloni non potrà durare a lungo
Giorgia Meloni, in politica estera, è schizofrenica, un Giano Bifronte o, per buttarla in commedia, un Arlecchino servitore di due padroni con un finale che si può pronosticare assai meno lieto di quello del Goldoni.
La sua netta scelta di campo pro Ucraina la iscrive nel novero degli alfieri dell’atlantismo vista l’adesione totale ai voleri di Washington. Ma attenzione, atlantismo e occidentalismo non sono sinonimi perché esistono almeno due occidenti. E la sua postura circa l’Unione europea è quantomeno ambigua (eufemismo). Se da una parte ha rivisto certe posizioni del passato molto critiche verso Bruxelles per addolcire i partner e sperare che siano malleabili sui temi economici vista la disastrata condizione dei nostri conti pubblici, dall’altra continua a flirtrare con amici pericolosi del suo imbarazzante passato che non passa.
Come l’ungherese Viktor Orbán, il teorico della democrazia illiberale molto vicino al Cremlino, o come il polacco Mateusz Morawiecki, uno che si dichiara indisponibile a fornire altre armi a Kiev, è favorevole alla pena di morte ed è refrattario a cedere quote di sovranità alla Ue: una zavorra per la costruzione della casa comune europea, indispensabile nel mondo multipolare. Per non dire dell’affetto che sempre riversa su Vox, il partito fratello dell’estrema destra spagnola con posizioni medievali circa i diritti civili.
Alleanze che sono un vero autogol dato che i supposti alleati sono in realtà l’ostacolo maggiore alla soluzione del problema principale su cui Meloni si giocherà il consenso (e l’Europa si giocherà il futuro): quello dei migranti. Una “internazionale dei nazionalisti” è un ossimoro, una contraddizione in termini, perché ciascuno bada all’interesse di casa propria e l’assunto si riflette nell’assoluta contrarietà a una equa redistribuzione dei profughi nel vecchio continente.
È chiaro che il pericoloso equilibrismo della presidente del Consiglio non potrà durare a lungo, pena una rovinosa caduta dalla fune. Tanto più perché nel futuro prossimo, oltre alle elezioni europee ci sono le presidenziali americane e dovrà gettare la maschera di Giano. Lei che prima di abbracciare Biden voleva esportare in Italia il modello Trump.
MELONI ANNO ZERO
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