- Su sette segretari tre hanno cambiato partito, due hanno cambiato lavoro, uno risiede al governo, l’ultimo si è appena dimesso spendendo parole durissime verso la classe dirigente che per ventiquattro mesi aveva provato a gestire.
- Un bagaglio di attrezzi (vocazione maggioritaria malamente intesa, partito pigliatutto) della storia del Pd oggi è più zavorra che sostanza.
- Al contrario, resiste nel discorso di Prodi del 2006 la potenzialità di un soggetto aperto e inclusivo, un vero Partito Democratico capace soprattutto ora di restituire una casa ai tanti orfani di una sinistra persa e spersa nei rivoli del volontarismo, ma che a una cultura riconoscibile potrebbero aderire di slancio.
Questo Pd ha fallito, o viene rifondato o muore


05 marzo 2021 • 20:44