In questi giorni si discute su chi ha provocato lo scioglimento delle camere. Non è uno scioglimento anticipato ma uno scioglimento posticipato. Altre situazioni sono state rattoppate, rinviate. L’ultima implosione di un accumulo di rinvii nasce da un errore procedurale dei Cinque stelle, ma non è la causa causante. Lo scioglimento delle camere, tutti ne erano consapevoli, avrebbe aperto il problema del nostro assetto istituzionale; del modello di vita democratica rappresentativa. Avrebbe aperto la questione che noi qui abbiamo chiamato crisi di sistema e che determina le crisi di carattere politico, che sono effetti e non cause. La instabilità dei governi infatti, è un effetto.
Con questa legge elettorale, con la riduzione dei parlamentari, con il trasformismo di tutti i partiti in questa legislatura, tutte le forze politiche temono le elezioni. Per questo evitano di affrontare il nodo della causa causante. Nessuna forza politica presenterà uno straccio di modifica del nostro assetto istituzionale.
La prossima legislatura porrà problemi di modifica della Costituzione. E non si è mai dato il caso che un potere politico sconfitto diventi un potere costituente evolutivo.
Per questo i partiti non dicono quali riforme istituzionali saranno costretti dall’ingovernabilità che si avrà anche nella prossima legislatura.
L’Italia migliore
L'informazione e quella che è considerata l'Italia migliore, dei firmatari per sentimento o per professione, dei sindaci, delle personalità che negli ultimi giorni hanno cercato di evitare la crisi, dovrebbero porre queste domande alle forze politiche.
La prima: siete o no difensori dell'attuale democrazia parlamentare? La seconda: qual è il vostro programma sia sulle riforme dello stato sia sull’aggancio all'assetto europeo? La terza: potete prendere l'impegno di dire che non vi avvarrete dei due terzi del parlamento per evitare il ricorso al referendum popolare?
C'è una maggioranza occulta nelle attuali forze politiche che è per il superamento della democrazia parlamentare: tutta la destra, buona parte del “nuovo centro”, e una parte non trascurabile della sinistra. Una larga maggioranza oggi silenziosa diventerà rumorosa quando si ripresenteranno le difficoltà nella composizione di governi stabili.
Le modifiche costituzionali diventeranno il nuovo stato di necessità e saranno varate da maggioranze che cercheranno di evitare il referendum confermativo. Occhio quindi a ciò che avverrà nei vertici istituzionali, Csm, Consiglio di stato, Corte dei conti, Corte costituzionale, e nelle nomine a Banca d'Italia e Consob.
Il presidente della Consulta ha i titoli per dire se una trasformazione della Carta che modifica gli equilibri delle istituzioni ed il regime della democrazia parlamentare possa essere approvato attraverso l'art.138 o da un'assemblea costituente.Fa bene fin qui a fare concerti, ma adesso sia vigile sul concerti per musica di mutamento istituzionale.
Affrontando le riforme istituzionali, forse anche gli astensionisti possono essere mobilitati a decidere se vogliono mantenere una democrazia parlamentare. L'astensionismo non lo richiami sulle responsabilità di chi ha provocato l'incidente parlamentare, roba da cronisti e da pettegoli disoccupati di Montecitorio. Vedremo se i segretari dei partiti porteranno alle camere personale costituente o personale servile per accettare una modifica costituzionale decisa altrove.
© Riproduzione riservata