Russia, bombe e referendum: si può spingere spalle al muro una nazione con l’atomica?
Russian President Vladimir Putin gestures while delivering a speech during an event to celebrate the 1160th anniversary of Russian statehood in Veliky Novgorod, Russia, Wednesday, Sept. 21, 2022. Veliky Novgorod is one of the oldest cities in Russia, being first mentioned in the 9th century. (Ilya Pitalev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
23 settembre 2022 • 11:52Aggiornato, 23 settembre 2022 • 11:56
Piegati come siamo, dopo secoli di critica moderna, sul particolare e sul contingente, ci scordiamo spesso che la geopolitica è una georelazione e, come tale, poggia su schemi relazionali universali. Difficile dire quale sia l’icona giusta per rappresentare l’ennesimo cambio di retorica putiniano sancito dal discorso dell’altra sera, anzi mattina.
L’unica cosa sicura è che il discorso non ha spostato di un millimetro la linea del contendere rispetto a quanto già stabilito.
Quanto detto fin qui, vuol dire che la minaccia nucleare è inconsistente? No, significa che non è più grave oggi di quanto lo fosse ieri.
Presidente dell'“Associazione Lech Lechà, per una filosofia relazionale”, ha svolto attività di ricerca per importanti fondazioni italiane. Da anni è una delle voci della trasmissione di RadioRai3 Uomini e profeti, ed è collaboratore della rivista Limes. Tiene lezioni in diverse università, i suoi studi si svolgono sul crinale biblico-filosofico.