Pietro Salini, 63 anni, guida l'azienda di famiglia Salini-Impregilo, colosso delle costruzioni ribattezzato Webuild dopo che un'iniezione di capitale pubblico (Cassa depositi e prestiti) e delle maggiori banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm) l'ha salvato dal fallimento in nome dell'interesse generale del popolo italiano. Salini è per i giovani italiani l'esempio di che cosa voglia dire mettersi in gioco.

Forte di un contratto di lavoro a tempo indeterminato (quello che se ce l'hanno gli altri mina la stabilità sociale), si è messo in gioco in una partita nella quale, come padrone, tiene il banco.

È la meritocrazia che piace a lorsignori: acquisisci meriti come manager, poi fai il giro del tavolo e te li riconosci come datore di lavoro.

Nel 2020, mentre milioni di famiglie scivolavano nel baratro della miseria a causa della pandemia, Salini ha acquisito i seguenti meriti. Come consigliere d' amministrazione 60 mila euro, tre volte la retribuzione media annua di un lavoratore dipendente italiano. Come membro del comitato strategico un compenso aggiuntivo di 27 mila euro, pari a tre redditi di cittadinanza del massimo importo. Come dipendente dell'azienda di famiglia 650 mila euro che un medio dipendente impiegherebbe 33 anni a mettere insieme.

Ma la maggior parte della giornata Salini la impiega a fare l'amministratore delegato della Webuild, per 1,35 milioni di euro, pari a 68 anni di lavoro di un operaio. Siamo a 2 milioni e 87 mila euro ed è solo la retribuzione minima per presentarsi in ufficio.

Poi viene la parte meritocratica. Salini non ritiene che gli oltre due milioni all'anno (pari a 100 anni di salario di un suo operaio) coprano adeguatamente capacità e meriti strepitosi. Per quella ci sono lo short term incentive (Sti) e il long term incentive (Lti). Sì, gli incentivi. I giovani disoccupati devono farsi bastare 4 euro l'ora, ai figli degli imprenditori non bastano due milioni l'anno per lavorare con impegno, gli serve l'incentivo. E se lo danno.

Nel 2020 i meriti di Salini sono stati calcolati in 3,9 milioni di euro, il doppio dello stipendio fisso. Come se ci fosse un lavoratore che guadagna 2 mila euro al mese ma alla fine dell'anno il padrone gli dice che, siccome è stato molto bravo, il suo stipendio viene ricalcolato in 6 mila euro.

Per farla breve, Salini nel 2020 ha guadagnato 6 milioni, 300 anni di salario di un operaio, in aumento del 14 per cento sull’anno prima. Che cosa ha fatto di straordinario per meritare tanto? Ha preso i milioni di aumento di capitale versati da stato e banche e ha comprato la moribonda concorrente Astaldi per salvarla, come da programma.

Stiamo parlando di un intervento dello stato per salvare dalla bancarotta il settore delle costruzioni, quello che deve fare da protagonista nel Pnrr con decine di miliardi europei destinati alle grandi opere soprattutto ferroviarie.

Bene, l'operazione Astaldi ha generato per Webuild, nella differenza tra prezzo pagato e valore effettivo acquisito, un guadagno di 548,2 milioni. Infatti il bilancio Webuild, senza pudore, lo classifica formalmente come "buon affare", con buona pace dei creditori di Astaldi a cui resterà ben poco.

Per questo buon affare condotto all'interno di un salvataggio pagato dallo stato, Salini ha ritenuto di assegnarsi un premio di 885 mila euro, chiamato trionfalmente "bonus straordinario".

All'assemblea degli azionisti l'azionista pubblico Cdp ha votato contro questa oscenità, mentre Unicredit e Intesa sono usciti dalla sala al momento del voto. Un segnale, finalmente. Ma era un voto non vincolante.

Salini può continuare a fare come gli pare: lui si mette in gioco, lo stato paga.

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