- Nella sua trasferta a Bruxelles Elly Schlein ha fatto un controcanto riuscito ai temi cavalcati da Giorgia Meloni. Ma, come hanno fatto notare alcuni, non ha detto nulla sullo scandalo legato al Qatar.
- In generale, nella piattaforma di Schlein, almeno per quanto se ne sa sinora, non c’è una visione chiara sui temi dell’etica pubblica.
- Eppure, si tratta di temi che possono essere cruciali per il tipo di posizionamento che la segretaria sembra voler costruire.
Nella sua trasferta a Bruxelles Elly Schlein ha fatto un controcanto riuscito ai temi cavalcati da Giorgia Meloni. Ma, come hanno fatto notare alcuni, non ha detto nulla sullo scandalo legato al Qatar.
Schlein ha affrontato il problema, tuttavia, nel suo discorso d’insediamento all’assemblea nazionale, nei passaggi sulle mafie e sui cosiddetti cacicchi, e non è detto che dovesse necessariamente parlarne adesso. Ma essendo la sua prima visita a Bruxelles dopo l’elezione a segretario, ed essendo quello legato Qatar uno scandalo che ha colpito le istituzioni europee ed esponenti della sinistra, anche italiana, forse non avrebbe guastato un accenno. Lo spettro del Qatargate si aggirava a Bruxelles.
In generale, nella piattaforma di Schlein, almeno per quanto se ne sa sinora, non c’è una visione chiara sui temi dell’etica pubblica. Eppure, si tratta di temi che possono essere cruciali per il tipo di posizionamento che la segretaria sembra voler costruire. La corruzione è, nella maggior parte dei casi, una forma di iniquità, giacché sottrae denaro che potrebbe essere usato per l’interesse pubblico. Essa è anche un ovvio turbamento del processo democratico, che recide il legame fra rappresentanti e rappresentati, turba i processi decisionali e la trasparenza, inquina la discussione pubblica, mina l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e come elettori.
La bandiera del M5s
Inoltre, si tratta di un meccanismo che rende l’amministrazione meno efficiente e meno rispondente agli interessi collettivi. Infine, è una delle cause principali dell’antipolitica, della disaffezione dei cittadini nei confronti dell’impegno politico e della classe dirigente. Queste sono tutte ragioni che dovrebbero indurre Schlein a dare spazio al tema, a inserirlo all’interno della sua elaborazione politica.
Infine, ci sono degli ovvi fattori strategici che dovrebbero incoraggiare una presa di posizione simile. Da un lato, Schlein potrebbe così segnare ancora di più il suo distacco da chi gestiva il Pd prima di lei, e dalla minoranza, o almeno da una visione in cui la politica è soprattutto amministrazione e magari anche compromesso al ribasso e non limpido.
La segretaria potrebbe mostrare ai simpatizzanti, che sono stati i suoi elettori alle primarie, che vuole davvero chiudere con i fenomeni di scarsa trasparenza e imbroglio che ci sono stati anche nel suo partito. Dall’altro, anche questo tema potrebbe essere strappato ai Cinque stelle, che della bandiera dell’onestà avevano fatto un loro punto di forza, almeno nella prima fase della loro storia. Una maggiore chiarezza e incisività su questi temi rafforzerebbe le simpatie di cui Schlein gode presso una certa parte dell’opinione pubblica e mostrerebbe anche una faccia radicale in senso etico, non solo politico.
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