- Opposte tifoserie che ripetono ossessivamente slogan ritriti da decenni, esattamente come allo stadio. Così sono i due “cori” dell’opinione pubblica italiana che accompagnano la “guerra di Gerusalemme”.
- Da una parte il problema è la totale assenza di una leadership palestinese lontanamente presentabile e interessata a un processo di pace. Dall’altra parte il problema è Netanyahu, leader sull’orlo della galera che per sopravvivere politicamente è disposto a tutto.
- Ma c’è in Israele un problema ancora più grande: si chiama “Stato ebraico”. Se si avverasse il "sogno" degli ultra-nazionalisti israeliani, trasformato in promessa elettorale da Netanyahu, di annettere a Israele dei territori occupati, gli ebrei israeliani diventerebbero poco più di metà della popolazione di un eventuale “grande Israele” e dunque l'idea stessa di "Stato ebraico" perderebbe molto del suo senso.
Se il problema diventa l’idea di “Stato ebraico”
17 maggio 2021 • 15:15