Il trapper non può cantare certe parole dei suoi testi in uno spettacolo pubblico aperto a tutti e finanziato dalle istituzioni. Il Comune di Roma ha preferito scaricarlo. Ma chi grida alla censura dice sciocchezze. La libertà di espressione è sacra e può avere solo i limiti della legge che sanziona un linguaggio intriso di odio razziale, religioso o etnico. Manca però un tassello a quella norma: le manifestazioni di odio di genere
Nessuna censura a Tony Effe, ma la misoginia non può avere spazi (e soldi) pubblici


20 dicembre 2024 • 19:28