Il presidente americano eletto vuole un’altra Europa per fare un’America non più grande “ancora” (again) ma, come ha corretto dopo la sua elezione, “sempre” (always). E per questo non vuole più l’Ue. La ragione del suo anti-europeismo la conosciamo: perimetrare il “suo” occidente per dominarlo, con la tecno-finanza e la forza militare
La massima del “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto” è un invito a guardare le cose da prospettive diverse, per tenere la mente aperta alla possibilità che il corso delle cose non sia determinato dalle nostre emozioni peggiori.
Con questo spirito si dovrebbe guardare alla nuovissima relazione che con il nuovo presidente americano si inaugurerà tra Stati Uniti ed Europa. Già a partire dalla campagna elettorale, Donald Trump e Elon Mask hanno fatto presagire un futuro a dir poco complicato. Sono entrambi nemici dichiarati dei partiti e dei governi di centro-sinistra e della Unione europea per le loro politiche fiscali (timidamente contro le multinazionali), le scelte di regolare la IA, l’uso dei social e l’intromissione nelle campagne elettorali.
La democrazia è messa a repentaglio. E i responsabili sono proprio gli americani. L’uno, Trump, con meno attivismo verbale; l’altro, Musk, con un profluvio quotidiano di volgarità e falsità nel nome della libertà di espressione che (ha detto Giorgia Meloni) ogni “privato” cittadino deve avere. I due si sono divisi le parti e fino a quando Trump non smentisce Musk, si deve pensare che entrambi la pensano nello stesso modo. E, poiché il Department of government efficienty (Doge) non sarà un ministero ma un ufficio della presidenza, il suo titolare Musk, sproloquierà sempre come “privato” cittadino.
L’attacco all’Europa è cominciato col prendere a bersaglio la leader labourista Racher Reeves e il suo paese indebitato ed economicamente fermo (governato per due decenni dai conservatori); Reeve ha ricevuto attacchi da parte di Trump mentre Musk ha preso di mira il leader della destra estrema, Nigel Farage, per incapacità: se il Reform Party vuole vincere deve avere un nuovo leader. Non male per un dialogo tra paesi sovrani e democratici. Il Guardian ci fa capire che è in corso un mutamento di mentalità, non solo politico: «Gli Stati Uniti del presidente Trump non sono né un alleato affidabile né un amico. Sono una superpotenza impazzita attivamente ostile al governo britannico e che cerca di ridisegnare il globo in modo nuovo».
Né alleato affidabile né amico. Ciò vale soprattutto per l’Europa. La stessa Nato sembra un anacronismo. L’America è il nome di due grandi miti: accoglienza degli immigrati in cerca di fortuna e sostegno della libertà politica contro i totalitarismi e gli autoritarismi. Quell’America che ha segnato la biografia di alcune generazioni oggi sembra il capitolo di un libro di storia.
Il presente è molto diverso. E rivolta lo stomaco leggere le pericolose bestialità che snocciola Musk (insieme ad Alice Weidel) su Adolf Hitler comunista e conservatore e sulla necessità che la Germania sia governata da Alternative für Deutschland. Riportare i nazisti a Berlino dopo averli sconfitti sui campi di battaglia e a Norimberga fa una certa impressione. Fine della Seconda Guerra mondiale.
Trump non ha mai smentito Musk. E vuole un’altra Europa per fare un’America non più grande “ancora” (again) ma, come ha corretto Trump dopo la sua elezione, “sempre” (always). E per questo non vuole più l’Unione europea. La ragione del suo anti-europeismo la conosciamo: perimetrare il “suo” occidente per dominarlo, con la tecno-finanza e la forza militare.
L’obiettivo è un nuovo bipolarismo, con la Cina come nemico. Una nuova Guerra fredda che gli Usa combattono anche contro gli ex-alleati europei. Il bicchiere mezzo vuoto mostra dominio e torsione illiberale, con l’obiettivo di piegare la politica delle regole e delle limitazioni, che colpisce prima di tutto le aziende di Musk e dei suoi amici oligarchi.
Si può ambire a una lettura che vede il bicchiere mezzo pieno? Con un avversario economico a occidente, la Ue potrebbe (dovrebbe) cercare di sedimentare la sua unità normativa, fiscale e difensiva, dotandosi di una politica energetica comune. Essere piú unita: questa puó essere la risposta contro l’avversario di Washington. Ma deve riuscire a resistere al divide et impera che Trump-Musk stanno praticando privilegiando le destre. La lotta contro le destre è in Europa una lotta per difendere il lascito della Seconda guerra mondiale, ottant’anni dopo: la democrazia.
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