Draghi ha il dovere di andare Mosca! Così ha sentenziato ieri Matteo Salvini. Il dovere di precipitarsi alla corte dello zar per implorarlo ad avere clemenza del popolo ucraino? E’ questo che intende la nostra quinta colonna putiniana all’interno del governo?

Come ha detto giustamente il ministro Degli Esteri Luigi di Maio, va fatto ogni sforzo per mantenere in vita un contatto diplomatico al fine di scongiurare il peggio. Ma da qui ad andare a Mosca ora, dopo che è già partita l’invasione, ce ne corre.

Non ha alcun senso esporsi a una potenziale umiliazione come quella subita dal presidente francese Emmanuel Macron al quale Vladimir Putin ha fatto credere di essere disposto ad un incontro con Joe Biden per poi, 24ore dopo, stracciare l’accordo di Minsk2 e far partire i carri armati.

Evidentemente Salvini ha ancora una buona opinione dei suoi amici russi. Il ché è lecito, quanto preoccupante: perché la Lega fa parte del governo.

L’Italia ha la pessima fama di amare i giri di valzer nelle alleanze, e quindi in una situazione di tensione alle stelle come l’attuale non può permettersi alcuna incrinatura nella solidarietà atlantica ed europea. 

Il leader della Lega non solo è stato colto ad accompagnare a Mosca il suo “rappresentante ufficiale” Gianluca Savoini  (così l’aveva definito) a trescare con personaggi ambigui per ottenere finanziamenti nel 2018 ; non solo quando era al governo ha dichiarato che si trovava più a casa a Mosca che in certe capitali europee; non solo nel 2015 ha sostenuto che preferiva Putin al presidente della Repubblica Sergio Mattarella; ma continua ancora oggi a manifestare un fideismo granitico nei confronti della Russia.

La presenza della Lega salviniana nel governo è oggettivamente e inevitabilmente fonte di imbarazzo per l’esecutivo. Il presidente del Consiglio deve esigere da Salvini una dichiarazione di condanna della Russia, priva di ogni ambiguità. E in caso contrario, andare avanti senza il fardello degli amici di Mosca.

© Riproduzione riservata