A pochi giorni dall’8 marzo, per continuare a parlare di parità di genere oltre la festa della donna, è utile fare il punto della situazione nei principali paesi europei e negli Stati Uniti.

Per fare ciò ci possiamo avvalere della ricerca realizzata da Ipsos global Advisor, realizzata a inizio 2023 in 32 paesi su un campione totale di 22.508 adulti di età compresa tra i 18 e i 74 anni.

Il quadro è molto differente nei diversi continenti, ma proviamo a lanciare lo sguardo solo sulla realtà dei principali paesi occidentali.

Nelle diverse società nazionali, nel corso degli ultimi anni, sono stati percepiti dei miglioramenti sulla via della parità dei diritti, progressi che, tuttavia, sono maggiormente avvertiti dagli uomini rispetto alle donne.

Così in Italia i passi in avanti nella parità di genere sono segnalati dal 57 per cento degli uomini, ma solo dal 42 per cento delle donne.

Analogo distacco lo rintracciamo in Germania (52 per cento gli uomini e 40 le donne), in Francia (47 a 40), In Gran Bretagna (44 a 34) e, un po’ meno accentuato, negli Usa (40 a 35).

In ogni caso in nessuno dei paesi avanzati la maggioranza dell’universo femminile segnala passi in avanti decisi e cospicui sulla via della parità.

Nei vari paesi, la gran parte delle donne, denuncia il permanere di disuguaglianze in termini economici, sociali e politici tra i sessi.

Una valutazione che coinvolge il 77 per cento delle donne spagnole, il 73 per cento di quelle francesi e italiane, il 70 per cento di quelle inglesi e il 68 per cento di americane e tedesche. In tutte le realtà, inoltre, ci si aspetta che gli uomini si impegnino di più sul tema della parità.

È così in Spagna (72 per cento), in Germania (43), in Italia (42), in Francia (37) e negli Usa (36). Le spinte in avanti sul tema, incontrano anche diversi ostacoli.

Chi resiste alla parità 

Nelle viscere della società maschile non mancano quanti mal sopportano, specie nei percorsi di carriera sul lavoro, il tema della parità di genere.

Per il 61 per cento degli uomini spagnoli e il 51 per cento di quelli italiani c’è il rischio di discriminare in modo eccessivo le capacità e le potenzialità maschili. Lo stesso lo pensano gli uomini inglesi (53 per cento), tedeschi (49 per cento) e francesi (45 per cento).

Nelle more dell’opinione maschile, non mancano neppure quote di soggetti per i quali un uomo che rimane a casa ad occuparsi dei figli è meno uomo.

Una visione machista condivisa dal 29 per cento di tedeschi e spagnoli, seguiti a ruota da italiani (28), francesi e inglesi (23 per cento) e dagli americani (21).

Va segnalato, tuttavia, che oggi sono una minoranza gli uomini che, nei vari paesi, sono totalmente ed espressamente refrattari alla promozione della parità di genere.

Il paese in cui se ne trovano di più è l’Italia, con l’8 per centro in Italia, in Germania e Spagna son al 5 per cento, negli Usa al 6 e in Francia al 4 per cento.

Il tema delle pari opportunità nel corso degli anni si è disancorato, nel mondo femminile, dalla cultura femminista.

Nelle diverse realtà nazionali, ad eccezione della Spagna (in cui il 61 per cento delle donne si definisce femminista), la maggioranza dell’universo femminile non ama autodefinirsi tale.

Questo vale per l’Italia (in cui si definisce femminista il 42 per cento delle donne), per Francia (47 per cento), Gran Bretagna e Usa (rispettivamente al 42 e 41 per cento). In Germania, infine, il distanziamento è maggiore con il 35 per cento che si definisce femminista.

La ritrosia delle donne 

APN

Nonostante il permanere di forme di discriminazione di genere, l’attenzione e l’impegno proattivo sul tema da parte di molte donne è abbastanza limitato.

Affermano di aver parlato di questo argomento sul proprio posto di lavoro il 15 per cento delle spagnole, il 18 per cento delle francesi, il 14 delle italiane, l’11 per cento delle americane e il 10 delle inglesi. Nei vari paesi europei permangono ancora quote di persone che hanno paura o timore a parlare di parità e di diritti delle donne.

Una preoccupazione che tocca il 34 per cento delle donne spagnole, il 30 di quelle inglesi, il 28 per cento delle italiane, il 27 delle tedesche e il 25 per cento delle francesi.

I dati che emergono dall’indagine nei diversi paesi che si sogliono definire “avanzati”, mostrano quanto sul tema della parità non siano proprio così avanzati, ma evidenziano anche quanto l’indebolirsi di quella parte della cultura femminista, per dirla con Simone de Beauvoir, legata alla valorizzazione della differenza femminile (al portato e al valore della diversità femminile per la società), stia incidendo negativamente e rallentando le spinte, le politiche e la cultura della parità di genere.

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