Cara Giulia,

l’anno scorso sono uscita con un collega per un po’, ma non è mai scattata la scintilla. Avevamo poco in comune, al di là di una certa chimica sessuale, e quindi alla fine abbiamo deciso di continuare ognuno per la sua strada, senza rancore. Lavorando in settori diversi di una grande azienda non c’è neanche particolare imbarazzo sul lavoro. Ci incontriamo raramente e quando succede ci salutiamo come niente fosse, come quello che siamo: due persone che si sono frequentate per un po’ e poi si sono lasciate in amicizia, o comunque senza drammi.

Potrai quindi immaginare la mia sorpresa quando ho saputo da una collega che lavora in team con lui che da mesi va in giro a dire che io ero ossessionata da lui, cosa assolutamente non vera. Io sto con un altro adesso e lui non ce l’ho proprio in nota, ma neanche quando ci lasciammo ero “ossessionata”. Anzi, mi sembrava di aver gestito tutto in modo molto maturo e dopo aver preso questa decisione, su cui eravamo d’accordo, non ci siamo più scritti per tantissimo tempo e se l’ho contattato è solo per questioni legate al lavoro. Posso affrontarlo e chiedergli di smetterla?

L.


Cara L.,

certi maschi sono creature semplici, non dissimili dai loro corrispondenti del regno animale. Si battono i pugni sul petto per mostrare forza e fanno pipì sugli alberi per marcare il territorio. Potrei sbagliarmi, ma sospetto che questo suo pettegolezzo sia l’equivalente igienico di urinare sulle scrivanie dei vostri colleghi. Sta marcando il territorio, sta dichiarando la sua intenzione di tenere più gente possibile dalla sua parte.

Certo, rimane un mistero il perché stia facendo questa cosa, se vi siete lasciati pacificamente. Forse tu eri più pacifica di lui e si è dimenticato di dirtelo, forse gli rode il culo che hai un altro. Non sto dicendo che abbia ragione, ma è tipico dell’uomo-macaco non esprimere bene i propri sentimenti e lanciarsi in piccole vendette meschine, come una manciata di feci tirate dal ramo di un banano.

Puoi di certo affrontarlo e intimargli cortesemente che la smettesse di dire cose false sul tuo conto, specificando, sia chiaro, che non glielo stai chiedendo in quanto ex fidanzata ossessionata, ma in quanto collega infastidita e dalla querela facile. Se non funziona, prova con le banane.

Giulia

Cara Giulia,

ho 32 anni e sono in una relazione monogama da diversi anni. Ho quello che credo molti vorrebbero: amo e sono amato da una persona meravigliosa, la mia migliore amica, con cui ho progettato la mia vita e il mio futuro. Siamo sempre stati bene e nonostante il tempo che passa siamo ancora affiatati, abbiamo ancora voglia di passare tempo insieme, di viaggiare, di ridere e fare l’amore.

Potresti pensare a questo punto che il problema non c’è, e forse avresti ragione, ma la verità è che da qualche tempo sento che mi sono perso un pezzo di gioventù. Non sono il tipo da sesso occasionale, ma mi sembra di conoscere troppo poco del mondo e di non essere stato abbastanza da solo.

Se ora lasciassi la mia fidanzata sembrerei un pazzo, tutti lo penserebbero, io compreso. Ma ho paura che questo sentimento possa tramutarsi in qualcosa di negativo col tempo e infine in un rimpianto. Mi ricordo che in qualche lettera scrivevi che anche tu sei sempre stata in relazioni lunghe, quindi eccomi a chiederti cosa pensi della mia situazione.

M.

Caro M.,

credo che i trent’anni siano questa cosa qui, quel momento in cui realizzi che ci sono vantaggi e svantaggi di ogni condizione e che spetta solo a te, e a nessun altro, prendere delle posizioni a riguardo. Capisco bene il tramestio che avverti nello stomaco, non c’è un giorno in cui io non mi senta di aver usato male i miei vent’anni, di essere stata troppo coscienziosa, di non essermi drogata abbastanza, di non avere avuto abbastanza avventure, di aver iniziato a pagare le tasse troppo presto. E lo penso ricordandomi perfettamente la felicità e il senso di pienezza che provavo nell’essere sempre innamorata, nell’avere un lavoro prima di tutti, nel drogarmi il giusto.

Ora si tratta di tirare le fila e stabilire se, noi conservativi e monogami recidivi, saremmo stati in grado di essere quell’altra cosa. Perché tutto è possibile, in teoria, ma non possiamo più di tanto sfuggire la nostra natura.

La risposta che io mi sono data, se ti può essere utile, è che non avrei saputo fare molto meglio di così e che comunque per le cazzate c’è sempre tempo e quando ne hai proprio bisogno le senti arrivare e non puoi evitarle. Forse questa tua incertezza è l’ombra della cazzata in arrivo, o forse è solo il cambio di stagione che ti fa vacillare, in ogni caso hai il diritto di provare tutti i sentimenti, ma soprattutto di prendere delle decisioni a riguardo e di andare incontro alla cazzata a braccia aperte. A costo di sembrare pazzo, a costo di perdere la cosa migliore che ti sia mai capitata.

Giulia



 

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