Cristina Cassar Scalia è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi, la poliziotta insonne con la passione per i vecchi film Ora irrompe in classifica, direttamente al primo posto con Il castagno dei cento cavalli, seguita da Domani, domani della salentina Francesca Giannone
Cristina Cassar Scalia è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi, la poliziotta insonne con la passione per i vecchi film. Da questi libri, venduti anche all'estero, è stata realizzata una serie tv.
Vanina, Gauloises in bocca, la cioccolata nel cassetto, i manicaretti cucinati dalla vicina Bettina, le colazioni abbondanti consumate nel bar vicino casa, le migliori del mondo, continua senza sosta le complicate indagini aiutata dall’amico anatomopatologo, che condivide con lei la passione per i film italiani d’autore, che guardano spesso insieme.
Ora si è presa la classifica, dove entra direttamente al primo posto con Il castagno dei cento cavalli, Einaudi Stile libero.
Ai piedi di quell’albero secolare che cresce sulle pendici dell’Etna, «una sorta di monumento nazionale di inestimabile valore naturalistico e storico» – perché quello è senza dubbio l’albero più famoso dell’Etna, ha un’età stimata tra i 2000 e i 4000 anni ed è uno degli alberi più grandi e antichi del mondo. Deve il suo nome a una leggenda: pare che la regina Giovanna I d’Aragona e i suoi cento cavalieri abbiano trovato riparo sotto le fronde del castagno durante un temporale.
Ai piedi dell’Etna è appena scoppiato un incendio, ma sotto il grande albero due guardie forestali trovano una sorpresa agghiacciante: il corpo di una donna brutalmente assassinata, mani e piedi mozzati. La scena del crimine è sconcertante. Per il vicequestore Guarrasi, della Mobile di Catania, l’indagine si presenta subito complicata, se non altro perché sulla vittima non esistono notizie, come non avesse un passato.
L’esperienza e la memoria del commissario in pensione Biagio Patanè – un bellissimo personaggio, il migliore quando si tratta di abbandonare le mavaríe tecnologiche e operare alla vecchia maniera – sono dunque più utili che mai, anche se l’anziano poliziotto appare un po’ distratto da un problema personale.
Piú che sotto un albero pareva di essere dentro un bosco.
– Facissi attenzione, dottoressa, che può inciampare nelle radici, – l’avvertì Spanò, mentre la precedeva. Adriano era già chino sul corpo della vittima. Quella che avevano di fronte sembrava una scena da thriller americano.
– Madonna santa, – mormorò Vanina, più colpita di quanto si aspettasse.
– Ora capí perché preferivo che lo vedesse con i suoi occhi, dottoressa?
È che «la Boscaiola» era un tipo schivo, però non dava fastidio a nessuno: una di quelle persone che non sembrano avere amici e nemmeno nemici. Eppure qualcuno l'ha uccisa. Poi ha infierito sul suo cadavere come se avesse un intento preciso.
Un nuovo caso per Vanina Guarrasi e un nuovo thriller per la nostra estate e chi si reca in Sicilia, dove Vanina si muove in una Catania vera, come una poliziotta vera. E poi persino il mestiere di medico aiuta questa brava scrittrice, perché la mette di fronte a una galleria immensa di personaggi studiati nel suo studio di oculista.
Il nuovo romanzo di Francesca Giannone
Al secondo posto irrompe Domani, domani della salentina Francesca Giannone per Nord. Il suo romanzo d’esordio, La portalettere, in corso di traduzione in 37 Paesi, è stato il romanzo italiano più venduto del 2023. Ancora un luogo delle nostre vacanze. Il Salento. Siamo nel 1959. E questa è la storia della passione che unisce e divide un fratello e una sorella.
Di quell'istante che può cambiare una vita intera. Ma anche di un'Italia che, incredula, sta scoprendo un improvviso benessere, che lavora alla catena di montaggio e poi canta con Mina e balla al ritmo del twist, giovane, creativa, impaziente.
Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, creato dal nonno, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna.
Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi.
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