Tre ciotole di Michela Murgia è primo in classifica per la seconda settimana di fila. Sono dodici storie a incastro i cui personaggi, che sono donne, ragazze, uomini, tutti alle prese con il loro male, si rincorrono in un unico romanzo. Che passa dalla prima alla terza persona. Per Mondadori Strade blu.

Parlare di Murgia

Di Murgia si parla per tanti motivi. Perché è una delle più importanti scrittrici italiane. Dai tempi di un romanzo molto amato come Accabadora. Perché la Francia l’ha appena nominata Chevalier de l’ordre des art e des lettres. Onorificenza ricevuta l’altro giorno dalle mani della direttrice dell’Istituto di Cultura francese Claire Thaudet, nella cornice di palazzo Farnese. Perché, avvolta da uno svolazzante e meraviglioso abito di Valentino, ha incendiato il Salone del Libro di Torino, dove ha fatto il pienone sia presentando il suo nuovo emozionante romanzo, sia registrando assieme a Chiara Tagliaferri di rosso vestita la prima puntata della nuova stagione del loro podcast Morgana.

È stato il più imponente e entusiasmante podcast live mai accaduto in Italia. Dedicato alle madri. Quelle fuori dagli stereotipi. Di genere e di legame biologico. Come le drag queen che, nella New York post industriale del Novecento, innescano la lotta contro le discriminazioni razziali e quella per il raggiungimento dei diritti civili della comunità Lgbtq+. E che inventano le loro house per accogliere neri, latini, queer. Come, alla fine degli anni Sessanta, fa Crystal Labeija, una donna nera transgender che raccoglie i reietti attorno a sé, si appropria del ruolo di mother, e fonda la prima House con il suo nome: House of Labeija. Perché donne non si nasce, ma si diventa: Labeija è la prima house che ha rivoluzionato il mondo della ballroom contemporanea, e che rivendica la maternità come esperienza non solo biologica ma anche culturale dando vita a un mito: quello delle Madri delle House (il 10 giugno Michela Murgia e Chiara Tagliaferri saranno a Torino alle Gallerie d’Italia alle 21).

Perché ama i Bts che ascolta in continuazione. Perché studia il coreano. Perché squaderna la famiglia tradizionale e le oppone quella queer, dove i sentimenti non sono vincolati ai ruoli, ma al contrario i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono. Perché usa categorie del linguaggio alternative creando una semiotica inedita che permette inclusione, supera la performance dei titoli legali, limita le dinamiche di possesso, moltiplica le energie amorose e le fa fluire.

Perché usa Instagram come nessun intellettuale abbia mai fatto. È efficace, capace di sintesi. Come ha appena dimostrato raccontando trent’anni di politica italiana. Disintermediando, non usa più i giornali. Usa le stories. Dice quello che le pare. Pensa che in Italia si possa parlare di fascismo: dalla Lega razzista, antimeridionale, maschilista e separatista per ragioni economiche e fiscali fino alla politica dell’attuale premier Meloni.

Ha anche molti nemici Michela Murgia, per via del suo impegno. Lo sappiamo. Così come sappiamo quale fase complicata della sua vita sua vita stia ora vivendo. Lo ha ben capito uno scrittore sensibile e intelligente come Sandro Veronesi che ha scritto sulla Lettura del Corriere: «Con questo libro è come se invertisse il punto di vista nel proverbio confuciano del sedersi sulla riva del fiume in attesa di veder passare il corpo del nemico: leggi questi racconti e ti rendi conto che il corpo trasportato dalla corrente è il suo, libero, leggero, e che seduti sulla sponda siamo noi, i suoi amici e i suoi nemici, insieme, tutti capiti nel nostro star male – e tutti con la mano sulla bocca dinanzi a questo spettacolo di coraggio, di accettazione e di leggerezza». E allo spettacolo di quel sorriso smagliante, alla bellezza di quella testa rasata, all’intelligenza di quello sguardo penetrante.

Un nuovo noir

Poi scendendo, tra tanti romance, rosa e manga, al quarto posto sta Sorelle. Una storia di Sara del bestsellerista Maurizio De Giovanni, per Rizzoli noir. Una nuova indagine per il sesto capitolo della serie di Sara, la donna invisibile che ha la dote di saper leggere le labbra e il linguaggio del corpo e sa nascondersi fra la gente, che è una corsa forsennata contro il tempo. L’ex poliziotta dei Servizi Segreti è immersa in un’indagine che mai avrebbe voluto condurre. La sua amica, collega, ma soprattutto sorella Teresa Pandolfi, a capo dell’Unità segreta dei Servizi, è stata rapita. Solo Sara può allora indovinare la pista giusta per salvarla, quella a cui arriverebbe, in uno slancio dell’anima tra ragione e sentimento, soltanto una sorella.
 

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