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A destra si legge e l’ha capito Rizzoli, che ha pubblicato anche il libro di Sallusti con Palamara. Giorgia Meloni è prima con la sua autobiografia. Con risultati molto migliori rispetto ai libri di Rocco Casalino e Alessandro Di Battista.
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Fra gli scrittori in vetta ci sono anche i fenomeni che provengono dai social e sanno usare TikTok.
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Rimane difficile da sondare il fenomeno del self publishing. Intanto su Amazon, dove le classifiche sono aggiornate in tempo reale, Stefania Auci ha superato Meloni con la seconda puntata della sua saga dei Florio.
Comprare un libro è facile. Si va in libreria, oggi più spesso su un portale come Amazon o Ibs, si sceglie, si paga. È facile. Ma leggerlo? I più, secondo i sondaggi, rispondono: manca il tempo. Una volta c’erano lunghe estati per leggere tutto Proust o tutto Freud o quelle belle influenze per stare a letto a leggere Stevenson o Melville.
Ora, e ancora, come effetto secondario di pandemia, lockdown e coprifuoco abbiamo liberato un sacco di tempo per leggere. Leggere è un’attività che richiede concentrazione. E anche tempo consecutivo in relazione alla memoria di ciò che si è letto prima, a metà tra binge watching di una serie tv e preparare un esame.
Il self publishing
Gli italiani scelgono di comprare i libri, in parti quasi uguali, metà in libreria e metà sulle piattaforme. Poi c’è una zona dal perimetro sempre più largo e inesplorato che non è mappata dai rilevamenti: il fenomeno del self publishing. Poiché Amazon non fornisce dati di vendita non ci sono numeri certi per valutare il fenomeno. Una stima sui titoli più venduti ci dice che nei settori romance, fantasy e fiction la quota sia imponente.
E sono tutti e-book. Il digitale è probabilmente molto sottostimato. Allo stesso modo, sappiamo che l’ascolto degli audiolibri è cresciuto molto, ma non è quantificabile perché l’incremento delle iscrizioni alle piattaforme, Audible, di Amazon, e Storytell ci dicono il numero in più degli ascoltatori, ma non quanti e quali audiolibri ascolta ogni audiolettore. Veniamo alla classifica.
La classifica
Non solo elettori (potenziali), ma anche lettori (reali, diverse migliaia) per Giorgia Meloni, l’unica leader femmina di un partito considerato, tra Dio patria e famiglia, il più patriarcale e machista di tutti. Io sono Giorgia (primo) è pubblicato da Rizzoli: «Ho deciso di aprirmi, di raccontare in prima persona chi sono, in cosa credo, e come sono arrivata fin qui».
Tra la Garbatella dei Cesaroni e il Nanni Moretti di Caro Diario, il non aborto di sua madre da cui è nata, la sorella figa e amatissima, lei era la cessa, la sua autobiografia è da due settimane il libro più comprato, e, chissà, forse letto, in Italia. Con tante copie, ne sono fuori, comunica Rizzoli, 110mila in sei edizioni in due settimane: Dibba, per dire, che vuole opporsi al governo dell’assembramento, vende circa un decimo di Meloni. Casalino, con la sua storia di portavoce, non si schioda dal suo magro bottino, mentre sognava di gareggiare con Obama (la prima parte della sua autobiografia, ce ne sarà una seconda) che nel frattempo da novembre in sette edizioni ne ha fatte 150 mila secondo quanto dichiara il suo editore Garzanti. Meglio anche di Michelle.
A destra si legge
Ma vedi come sono i pregiudizi: a destra si legge e l’ha capito Rizzoli che facendo raccontare a Sallusti con Palamara i casini e le trame della magistratura italiana fa un po’ il Chiarelettere di quell’area e ha fatto 13 edizioni per un tirato di 260mila copie. Su Amazon il rilevamento è sincrono, aggiornato ogni ora, e la brava Stefania Auci con la seconda puntata della sua saga dei Florio, L’inverno dei leoni, Nord, più di cento settimane in classifica, tradotto in 32 paesi, ha già spodestato Giorgia.
Inseguita da Pif e Marco Lillo con Io posso. Due donne sole contro la mafia, Feltrinelli.
Ma il vero caso editoriale continua a essere quello di La canzone di Achille di Madelin Miller, (quarto) tascabile Marsilio.
È il romanzo dell’amore di Patroclo per l’eroe greco che macina copie su copie, come risonanza di un lancio su TikTok in America. La rivoluzione digitale è accaduta e l’interfaccia tra TikTok, Instagram e le piattaforme è il modo più efficace per vendere libri, la forma contemporanea del vecchio passaparola. Qualcuno ha calcolato in nove il delta di efficacia di un articolo su un giornale e in 59 quello di un post di Instagram. O di un incontro con Montemagno su YouTube.
Sale anche il Luismo, (terzo) laica religione di Luis Sal, ventireenne giovanotto bolognese, assai sveglio, molto attivo su YouTube e socio di Fedez nella conduzione del podcast Muschio selvaggio. Ancora Rizzoli, una casa editrice di nuovo in gran spolvero, ha pubblicato anche il magnifico Lundini e l’ottimo pamphlet di Walter Siti contro l’impegno in letteratura, almeno per una parte nato dai suoi articoli per Domani.
Così come, sempre in digitale, nella forma degli ebook, nasce da Einaudi, come fosse una rivista smontabile, la nuova collana dei Quanti. E anche qui un ampio pezzo di Domani si dilata in un libro digitale di Antonella Lattanzi: Salvarsi - come uscire dall’Overlook Hotel.
Che nasce dall’amore per Stephen King (e anche Stanley Kubrick), capace come pochissimi altri di raccontare identità, paure, speranze attraverso le sue storie solo apparentemente horror. Al secondo posto la saga delle sorelle di Lucinda Riley, Giunti, un rosa globale.
In un mondo di regole più antiche è in corso la guerra non di Troia ma dello Strega: Ciabatti, Bruck, Caminito e Di Pietrantonio le più premiate dal pubblico nella corsa verso la cinquina. Tra i maschi: Trevi, Bajani, Venturini fino all’ottimo ma difficile Mozzi. Prima nella narrativa italiana per la quinta settimana Camilla Boniardi, Per il resto dei miei sbagli, Mondadori. Quattro edizioni. Tiratura: centomila copie. Già vendute più della metà.
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