Dante, prima di entrare nell’Inferno, ha parlato di “selva oscura”. Un luogo, ma anche un momento della vita di tutti in cui ci si sente confusi, angosciati, ansiosi e inadatti a qualsiasi tipo di cosa
- Dante, prima di entrare nell’Inferno, ha parlato di “selva oscura”. Un luogo, ma anche un momento della vita di tutti in cui ci si sente confusi, angosciati, ansiosi e inadatti a qualsiasi tipo di cosa.
- Da quando è arrivato il Covid ogni momento che passavo mi sentivo spenta, in pericolo, e vivevo con un po’ di speranza di poter tornare a quando era tutto così semplice.
- Non si può vivere nelle fantasie ora bisogna creare il nostro futuro e visto che siamo noi i registi e protagonisti della nostra vita dobbiamo decidere se vogliamo sprecarla a ricordare il passato o creare l’esperienza migliore che possiamo passare.
Dante Alighieri era un gran poeta vissuto nel 1265-1321. L’opera che lo ha reso famoso è stata “La Divina Commedia” che inizia con “la selva oscura” prima di entrare nell’Inferno. Un luogo, ma anche un momento della vita di tutti in cui ci si sente confusi, angosciati, ansiosi e inadatti a qualsiasi tipo di cosa. È successo a tutti, soprattutto di questi tempi, durante questa pandemia che ahimé sta continuando da un anno.
Io all’inizio di tutto ero più che spaventata, non sapevo cosa fare… perché? Era davvero necessario sacrificare noi stessi per un ipotetico “futuro migliore”? Erano bugie? Le mie domande ogni giorno aumentavano ma non chiedevo chiarimenti a nessuno. Le risposte le ho avute da me stessa. Ho fatto ricerche e… sì, ho trovavo risposte a tutto ma ogni momento che passavo mi sentivo spenta, in pericolo, e vivevo con un po’ di speranza di poter tornare a quando era tutto così semplice.
Adesso sto per compiere quattordici anni e confesso che questo è stato uno degli anni peggiori che ho “vissuto”. Per me vivere non combacia a quello che tutti intendono. Credo che vivere corrisponda a rischiare, esplorare, conoscere, evolversi e provare qualsiasi cosa così da non avere rimpianti. In parole povere: mettersi in gioco. E non limitarsi a sopravvivere.
Questo periodo l’ho passato con un sorriso finto che poi è diventato vero lasciando i pensieri alla biblioteca della mia mente, e vivendo al momento…Stare chiusi in camera non potrà mai sostituire le feste del paese con i tuoi amici e il suono della musica estiva che sta spettando solo te, e quel momento in cui sei così felice che non ti sembra vero e sembra che stai fluttuando su una nuvola.
Oppure guardare i tramonti sempre di colori sempre diversi immaginando cosa e chi ci potrà essere dietro a quell’orizzonte per poi spostare lo sguardo e vedere i tuoi amici sorriderti e divertirsi chiamandoti per unirti a loro. La vita a casa non è così brutta quando ti trovi qualcosa da fare, ma la cosa che fa più male è pensare a quello che avremmo potuto fare.
Perciò visto che non si può vivere nelle fantasie ora bisogna creare il nostro futuro e visto che siamo noi i registi e protagonisti della nostra vita dobbiamo decidere se vogliamo sprecarla a ricordare il passato o creare l’esperienza migliore che possiamo passare.
© Riproduzione riservata