Enrico Fierro, firma di Domani, è scomparso l’8 novembre. Uno dei suoi ultimi articoli è stato l’intervista a Mario Placanica, l’ex carabiniere che nel luglio 2001 uccise il manifestante Carlo Giuliani. Il testo è stato analizzato dai praticanti della Scuola di giornalismo di Napoli
«Sembra quasi di toccare la cura e l’equilibrio dosati da Fierro nel raccontare le vite dei protagonisti». «Ero piccola, non capivo le immagini in tivù. Provavo inquietudine, la stessa che sento attraverso le parole di Fierro». «In piazza, vent’anni fa, c’erano solo le vittime: i carnefici erano altrove».
I praticanti della Scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa di Napoli, nell’ultimo numero di Inchiostro, la rivista diretta da Marco Demarco, hanno commentato uno degli ultimi articoli di Enrico Fierro: «Sono ancora vivo ma anche io sono morto a piazza Alimonda». Il giornalista è scomparso lo scorso 8 novembre, il 23 avrebbe compiuto 70 anni.
L’articolo analizzato dagli studenti è l’intervista sui fatti del G8 di Genova che Fierro realizzò a Mario Placanica, l’ex carabiniere che nel luglio 2001 sparò e uccise il manifestante Carlo Giuliani.
Gli aspiranti giornalisti hanno così risposto all’invito del direttore di Domani: «C’è un pezzo di Fierro che spero resti la sua eredità e venga studiato in qualche scuola di giornalismo. Una pagina in cui riesce a condensare due tragedie intrecciate, con il rispetto per la vittima e la pietas verso lo sparatore», ha scritto Stefano Feltri.
Le parole dei ragazzi
«Tra le righe di questa intervista – dice Lucia Stefania Manco su Inchiostro – sembra quasi di toccare la cura e l’equilibrio dosati da Fierro nel raccontare le vite travagliate degli sfortunati protagonisti di allora e quello che, loro malgrado, li ha accomunati negli anni. Dolore. Tristezza. Ingiustizia».
«In tempi di social che somigliano a curve calcistiche, il testo di Fierro è uno specchio puntato nell’abisso», aggiunge Raffaella Grimaldi. «Il cronista ci guida all’interno e lo sguardo smarrito di Placanica è anche il nostro. Non è possibile giudicare, mettersi al riparo dietro i massimi sistemi, perché qui vediamo e sentiamo tutta l’assurdità e banalità del male».
Le colpe della politica
Di diverso tenore è il commento di Dario Vito, che ricorda come non fu Silvio Berlusconi a scegliere Genova come sede del G8: si era insediato da poco più di un mese, dopo la vittoria del 13 maggio. «La decisione fu di Massimo D’Alema, che la prese nel 1999: D’Alema vagheggiava un vertice pedonalizzato, Berlusconi fantasticava di inaugurare l’età dell’oro del suo governo».
«Vent’anni dopo abbiamo gli elementi per fare un’analisi vera di ciò che accadde», dice invece Claudio Mazzone. «Bisogna considerare che in piazza, da una parte e dall’altra di quelle barricate improvvisate, c’erano solo le vittime: i carnefici erano altrove, protetti nella comoda e sicura zona rossa».
Il 20 luglio 2001 Placanica ha 21 anni, ricorda Cristina Somma: «Quel giorno è morto anche lui, licenziato dallo Stato per cui ha sparato e lasciato dalla moglie che lo ha accusato di abusi sessuali sulla figlia».
Chi era Enrico Fierro
Scrittore e giornalista originario di Avellino, Fierro era noto per il suo impegno civile e politico. Ha militato a lungo nella fila del Pci ed è stato inviato speciale per l’Unità. Dopo una lunga esperienza al Fatto quotidiano è passato a Domani, giornale a cui ha dedicato l’ultimo anno della sua vita.
Allievo di Giuseppe Marrazzo, si è occupato della lenta e inefficiente ricostruzione dopo il sisma in Irpinia al clientelismo che opprime la pubblica amministrazione. Dai suoi approfondimenti sulla società civile calabrese e sulle promesse mancate che hanno segnato il Sud Italia sono stati tratti libri e documentari.
Fino alla fine ha combattuto al fianco di Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace condannato in primo grado per l’accoglienza dei migranti. A lui ha dedicato anche uno spettacolo, Riace social blues.
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