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Questo racconto fa parte di FINZIONI – il mensile culturale di Domani che puoi scaricare e leggere a questo link.
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Una sera mia cugina Mariolina mi telefona per sapere se quella sera stessa, potevo andare a casa sua a tenerle suo figlio di due anni Albi. Io le dico che non c’era problema.
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A un certo punto, Albi mi ha detto: «Ho fatto la cacca» e io che non sono molto pratico ho chiamato mia zia Bruna.
Sarà stato all’incirca nel maggio-giugno dell’82 quando una sera mia cugina Mariolina mi telefona per sapere se quella sera stessa, verso le nove, potevo andare a casa sua in via Argiolas a tenerle suo figlio Albi, che aveva appena compiuto i due anni.
Io le dico che non c’era problema, lei mi spiega che col marito volevano andare al cinema e al più tardi sarebbero tornati verso le undici e mezzo. E così verso le nove meno dieci io arrivo in via Argiolas e mia cugina dice a Albi, perché Albi parlava ancora poco e quindi eravamo già in confidenza, ma non come saremmo stati in confidenza 6 mesi dopo, quando aveva iniziato a parlare abbastanza, quindi la Mariolina dice a Albi: «Ci stai con Ugo che noi usciamo un po’ ma fra due ore siamo già a casa?» Albi le dice di sì e così loro escono.
E appena sono usciti io dico a Albi: «Cosa facciamo?», e probabilmente è andata che proviamo a guardare un po’ la tele, che però non doveva essere un gran che, e per caso mi ero portato con me una cassetta dei Doors e a un certo punto la metto su e lì, con mia gran sorpresa, Albi si è messo a ballare: faceva una specie di su e giù con le gambe e con le braccia e sorrideva e rideva, e poi gli piaceva moltissimo, e ballava e ballava.
Allora io, che dovevo essermi portato dietro anche un libro, mi ero sdraiato sul divano a leggere e sfumazzare delle sigarette e ogni tanto dicevamo qualcosa ma più che altro lui ballava e io leggevo. Poi due o tre volte gli è venuta sete e allora siamo andati in cucina a prendere un bicchier d’acqua, e via così. Che io giravo la cassetta e Albi riprendeva a ballare e io a leggere. E in un attimo ormai le undici erano quasi arrivate. E poi a un certo punto, saran state già le undici e mezzo ormai, Albi mi ha detto: «Ho fatto la cacca» e io, che non ero molto pratico mi son detto: «Adesso che cosa facciamo?»
E ho pensato subito adesso telefono alla zia Bruna (sua nonna) che mi spiegherà tutto. Così faccio il numero e dico: «Zia, Albi si è cagato addosso e la Mariolina non è ancora tornata. Bisogna che mi spieghi che cosa devo fare», e la zia mi dice: «Mi dispiace ma non sono sua zia, sono la signora tal dei tali», allora io le dico: «Mi scusi moltissimo, nella fretta devo aver sbagliato numero, mi scusi tanto».
Ma lei poi mi ha detto: «Non si preoccupi, che sono nonna anch’io e adesso le spiego tutto. Non stia a telefonare a sua zia. Tanto dei bambini piccoli se ne occupano sempre le donne quindi basta che lei vada nel mobile più vicino a dove dorme la madre e trova le cose pulite per cambiare il bambino. Poi, se ce n’è più d’uno, va nel bagno x e trova anche la roba per pulirlo. Vedrà che non si sbaglia a far così». Allora io le detto: «Grazie, mi scusi ancora per l’ora e buonanotte». «Buonanotte e auguri» mi fa lei, e ci siamo salutati così. Era una signora molto simpatica.
E allora io mi sono portato dietro Albi e ho seguito le istruzioni della signora che erano perfette, come se avesse abitato in casa di mia cugina da dieci anni. E ho preso delle mutande e delle braghettine pulite e abbiamo subito trovato anche il bagno con tutte le cose giuste, e stavamo per iniziare tutte le operazioni di pulitura e cambiatura quando si è sentita aprir la porta e urlare dove eravamo.
Così poi io ho lasciato Albi alla sua mamma, ho salutato tutti e sono riuscito a svignarmela.
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