Negli ultimi anni sono nate associazioni di cantine il cui scopo è quello di raccontare le peculiarità del territorio in cui sono inserite, spesso con caratteristiche uniche rispetto alla denominazione di riferimento. Comunità che da nord a sud hanno dimostrato quanto comunicare in maniera coesa possa essere efficace
Che la sezione Food&Wine del quotidiano San Francisco Chronicle sia una delle migliori al mondo non è una novità: sono anni che autrici come Esther Mobley e, più recentemente, Jess Lander riescono a raccontare quello che succede in California con approfondimenti mai banali.
È di qualche giorno fa un lungo pezzo proprio della seconda a proposito di un fenomeno tanto piccolo quanto illuminante di una possibile tendenza: sono sempre di più, seppur ancora una manciata, i produttori che decidono di trasferirsi dalla Napa Valley alla zona di Paso Robles, qualche centinaio di chilometri più a sud, a metà strada tra San Francisco e Los Angeles. Una scelta dettata dai costi necessari per avviare una nuova azienda e per acquistare pochi ettari di terreno a Napa, oggi altissimi, e al tempo stesso dalla vivacità e dall’accoglienza della comunità del vino di Paso Robles, zona a quanto pare con diverse potenzialità, interessante soprattutto in termini di suoli.
Esempi di aggregazione
Da lì un pensiero a proposito delle comunità del vino, da sempre motori di aggregazione e quindi di crescita, evoluzione, maturazione di uno specifico territorio. La Doc Cannonau di Sardegna è una delle più grandi d’Italia, comprende infatti il territorio regionale nella sua interezza, con la possibilità di indicare Classico se il vino è stato prodotto all’interno delle provincie di Nuoro e Ogliastra.
È anche per questo, per raccontare l’identità unica di uno dei luoghi storici di produzione che nel 2015 è nata Mamojà, associazione di produttori e di viticoltori di Mamoiada, nel nuorese, piccolo paese che conta appena 2.500 abitanti famoso proprio per la qualità del suo vino più rappresentativo, il Cannonau. Un piccolo gruppo che nel tempo è diventato sempre più grande e sempre più rilevante: prima della nascita dell’associazione le cantine che imbottigliavano vino erano tre, oggi sono 33 per 350 ettari vitati e una produzione di circa 400mila bottiglie. È aumentata l’occupazione e si è così alimentato un circolo virtuoso che vede tanti giovani decidere di rimanere e investire nel territorio. Inoltre, oggi Mamoiada è riconosciuta come uno dei luoghi più significativi per la produzione di Cannonau di Sardegna.
Qualcosa di simile è successo a Modigliana, piccola località dell’Appennino Romagnolo, in provincia di Forlì-Cesena. Un comune di appena 4.500 abitanti che da qualche anno a questa parte sta facendo sempre più parlare di sé per i vini prodotti all’interno dei suoi confini e per l’attività di valorizzazione e di promozione della locale associazione di cantine.
Si chiama Stella dell’Appennino e da quando è nata, nel 2017, ha cercato di accendere i riflettori (con successo) su una delle sottozone più piccole previste dal disciplinare di produzione del Romagna Sangiovese. Un territorio montano, caratterizzato da boschi e da microclimi peculiari, che lo rendono pressoché unico nel panorama della grande denominazione romagnola: i vini di Modigliana sono infatti immediatamente riconoscibili, in genere caratterizzati da una trama tannica di particolare finezza e da una freschezza che vira verso la sapidità. Un’affermazione resa possibile dai tanti assaggi fatti in occasione delle attività e delle presentazioni organizzate dall’associazione stessa rivolte alla stampa e non solo.
E gli esempi potrebbero essere tanti altri. Nelle Marche, all’interno di quella denominazione vasta e famosa che è il Verdicchio dei Castelli di Jesi l’Associazione Strada del Gusto da anni lavora per promuovere le produzioni gastronomiche di uno dei comuni più importanti, per il Verdicchio: Cupramontana. Degustazioni, tavole rotonde ma anche la produzione di uno dei documenti più approfonditi sia possibile trovare oggi su un singolo comune all’interno di una denominazione più vasta: la sua storia, la sua geologia, il suo clima fino a una zonazione delle aree con caratteristiche simili, testimonianza di quanto di buono una comunità coesa riesca a produrre in termini di comunicazione. Informazioni certamente utili per le persone appassionate ma anche per il territorio stesso, che ha strumenti per crescere con maggiore consapevolezza.
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