Sin dall’alba dei tempi ci si è chiesti come fosse nata la vita umana sulla Terra, finché non si è giunti alla logica conclusione che ci ha fatti Dio (lo dice il papa, mica un fesso qualunque). Ma i dinosauri? Non ce n’è traccia nelle Sacre Scritture né nei Vangeli apocrifi, per cui la spiegazione deve essere per forza scientifica. Per anni ci si è scervellati su questo argomento spinoso finché Peter Jameson, scienziato dell’MIT di Washington, non ha trovato la risposta: hanno fatto sesso.

Per quanto disgustoso possa sembrarci, questi pachidermici rettili squamosi e ributtanti si ritrovavano in camporella e fiondavano senza troppi complimenti i loro voluminosi peni maschili nelle innocenti vulve femminili, sgocciolando talvolta a terra e dunque profanando quello stesso terreno dove anni dopo, per dire, sarebbe sorto il Louvre.

Ma com’era il sesso tra dinosauri? C’era del sentimento o, come spesso accade ai migliori di noi, si faceva ricorso al meretricio in cambio di qualche bacca, lichene o antica conchiglia rara? Normalmente vi direi di farvi gli affari vostri e che ci sono cose ben più importanti rispetto a questi argomenti triviali da rivista di gossip, ma le scoperte fatte recentemente dall’MIT di Jacksonville hanno dell’incredibile.

Troppo timidi

Diversi scienziati della struttura mettono la mano sul fuoco nel dire che l’atto di fare sesso, o per essere più precisi il non farlo, sia strettamente connesso con la loro estinzione.

Non un meteorite dunque, come ci hanno sempre propinato i media di regime, né tantomeno la comparsa dell’Homo sapiens come descritto nella docufiction The Flintstones. Il motivo della loro estinzione è uno e uno soltanto: la timidezza.

Lo scienziato Jeff Irving dell’MIT di Salt Lake City giura sui propri figli che i sauropodi erano molto insicuri e avevano difficoltà a fare il primo passo con le dinosaure più attraenti della giungla circostante.

I migliori di noi hanno vissuto questo problema più volte nella propria vita, e per ovviarlo si sono rivolti a delle professioniste dell’amore, ma per i dinosauri è difficile pensare che si sentissero così inadeguati.

Spesso ci vengono mostrati intenti a uccidere, mutilare e anche squartare vittime innocenti, eppure le ricerche effettuate di recente hanno confermato al cento per cento che quel tipo di comportamenti antisociali avveniva per una sola ragione: erano timidi e lo mascheravano con l’aggressività.

Insicurezze maschili

Questa problematica esistenziale si ripercuoteva, ahimè, sul genere femminile. Un brontosauro, per esempio, il dinosauro più alto mai apparso sui libri di storia, era in realtà molto insicuro dinanzi alle femmine della sua specie per via della famosa regola della L.

Un velociraptor, per quanto traesse orgoglio dalla rapidità che gli permetteva di raggiungere i 20 chilometri orari su asfalto, era sempre timoroso che quella stessa rapidità si verificasse anche nella sua prestazione sessuale. L’unico baldanzoso e sicuro di sé era lo stegosauro, che trascinava un pene di 58 chili, ma per questo era vittima di sterminio da parte degli animali più invidiosi e meno dotati.

Problema porno

Se questa mancanza di intraprendenza da parte maschile già rendeva difficile il passaggio di geni dai testicoli dell’uno all’utero dell’altra, a mettere la pietra tombale sull’evoluzione fu un’ulteriore attività inventata in quegli anni: la pornografia.

Chiaramente all’epoca non c’erano gli smartphone o i tipici giornali umidicci regalati coi punti del cartolaio amico, né i dinosauri erano abbastanza colti da poter leggere le pitture rupestri o i numeri di telefono delle massaggiatrici straniere che ciascuno di noi ha chiamato almeno una volta nella vita nei momenti di solitudine.

Il paleontologo americano Gregory Peacock afferma, giurando su Dio, che diversi animali preistorici si radunavano in circolo in brughiere isolate per ammirare altri dinosauri, sterili ma dal rapporto di coppia ormai consolidato, che si strusciavano con fare sensuale per stimolare i più giovani a fare altrettanto e, perché no, per guadagnare qualche bacca che veniva lasciata in un piccolo cappellino ai margini del terreno. Chiaramente, essendo agli albori, le situazioni erotiche erano poche (si limitavano a “stepmother-stepson”, “stepdaughterstepfather” e “triceratopo incastrato con la testa tra due palme”).

Sebbene l’intento fosse nobile, la pornografia contribuì ad alimentare il semplice atto onanistico di giovani dinosauri che, ritenendosi soddisfatti nel vedere due anchilosauri leccarsi le code bitorzolute, non andavano a cercare le femmine della propria specie.

I dolori dei T.Rex

Come se non bastasse, gli unici a non godere appieno di tale spettacolo erotico erano i T. Rex che, per via delle braccia molto corte, non potevano espletare le proprie funzioni fisiologiche e di conseguenza andavano su tutte le furie compiendo ogni volta piccoli genocidi, salvo poi piangere lacrime di coccodrillo quando era ormai troppo tardi. Questi piccoli olocausti, unitamente alla scarsa riproduttività generale, portarono nell’arco di una generazione all’estinzione di massa.

Moderni parasaurolofi

L’unica specie a fare eccezione in questo ciclo di paturnie sentimentali era il parasaurolofo. Il professor Gerard Hemsworth dell’MIT di Bogotá dichiara che il noto animale dal volto d’anitra venne più volte osservato fare del sesso fuori dal matrimonio: una cosa che era problematica per noi cinquant’anni fa, figuratevi 65 milioni di anni fa in una società così retrograda.

In quei casi si rimediava con la proverbiale “fuitina”, ovvero i parasaurolofi che avevano compiuto il fattaccio si allontanavano in branco verso nuove praterie dove i genitori non potevano arrivare, e poi tornavano a casa con al seguito una serie di uova che avrebbero dovuto sancire la serietà del loro rapporto.

Nonostante la buona volontà dei rettili, la reazione dei genitori dell’epoca era molto violenta, specie tra i più meridionali, e la prole veniva sterminata per lavare l’onta della famiglia.

Gli unici ad arrivare fino ai giorni nostri furono i Gallimimus, animali viscidi e scostanti, che vennero sterminati non da un meteorite ma da dei piccoli sassi che alcuni ominidi iniziarono a lanciare dai primi prototipi di cavalcavia.


Il testo è un estratto da Il satiro scientifico. Riprodursi male: sesso e amore apparentemente contro natura a cura di Barbascura X, (Mondadori 2023, pp. 256, euro 19,90)

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