Cara Giulia,

la ringrazio per questa calda confidenza che la sua rubrica mi permette. Impossibile illustrare la mia situazione in poche righe, quali lo spazio messo a disposizione dalla sua spigliata rubrica di posta cardiopatica. Confermo la consapevolezza di essere clandestino tra i Sapiens, pensando in maniera sistematicamente opposta alla loro; allo stesso tempo, proprio perché anche io sono stato un Sapiens, ho un motivo valido per supporre che una possibile compagna possa esistere anche per me. Tutte le difficoltà annunciate nell’intestazione stanno nel trovarla. Per stringere quanto più possibile il discorso all’essenziale le mostrerò due mie presentazioni usate su Tinder in modo che lei possa farsi un’idea su ciò che sto cercando di dire:

«Sono un pensionato di 77 anni, alto 1,80, in buona salute, libero, autonomo, indipendente. Ho passato una vita a tentare di fare cose impossibili tipo:

– essere felice anche da solo

– capire come stanno le cose al mondo

– trovare una compagna intelligente, coerente, sincera

– cercare di condividere iniziative per creare una società opposta alla nostra in cui vivere in modo pacifico, condividendo benessere e felicità».

Dati i disastrosi riscontri ricevuti che mostravano totale disinteresse e incomprensione del senso delle mie parole, sono poi passato a un tipo di comunicazione più sbrigativo e diretto:

«Vorrei incontrare una donna alta più di 1,65 senza tacchi, con un lavoro o una pensione a più di 1.000,00 € mensili, libera, indipendente, di mentalità aperta, anticonformista, che abbia ancora voglia di vivere, impegnarsi per creare una società opposta alla nostra, viaggiare — traslocare, se è il caso —, giocare, ridere, divertirsi. Tutte cose che sono pronto a ricambiare, per una vita felice insieme. Ho 76 anni compiuti ottobre scorso, sono alto 1,80, vivo a Torino. Je comprends le français. Le foto sono attuali».

Allora sì, hanno capito. Una mi ha detto se non mi vergognavo di chiedere un reddito mensile a una donna: volevo per caso essere mantenuto? Ho risposto di no, ma che non volevo nemmeno mantenere lei. C’è stato un incontro di un giorno a Genova con una bella tedesca che corrispondeva alle richieste, parlava pochissimo italiano, facendo finta di capire tutto, e stava scrivendo un libro. Anche io scrivo e per questo è sembrato che potesse scoppiare tra noi una grande intesa, ma appena abbiamo capito che non ci capivamo è scoppiato solamente il palloncino del sogno.

Dopo sei mesi ho dato disdetta da Tinder. Adesso, prima di un problema di cuore, vorrei chiederle dove e come trovare i cuori per poter poi avere, eventualmente, un problema da sottoporle. Esorbita forse dalla sua rubrica?

Mauro

Caro Mauro,

comincio nel meno avvincente dei modi: scusandomi. Ho dovuto abbreviare la sua lettera per ragioni spazio-temporali, spero mi perdonerà e cercherò di includere nella mia risposta anche i tagli fuori campo. 

Ma veniamo a noi, anzi a lei, che è a caccia di cuori. Mi sembra un uomo dal forte senso pratico – ottima la sua risposta alla polemica sul mantenimento – quindi farò del mio meglio per darle consigli pratici. Intanto diciamo subito che Tinder, se dio vuole, non è l’unico modo per incontrare qualcuno. Perché la verità è che una app di incontri non mette le persone in condizione di conoscersi per affinità più di quanto non lo faccia una strada affollata, a meno che non consideriamo affinità la vaga voglia di innamorarsi. Io ripartirei da questo, dalla ricerca di un qualcosa in comune. Le piace scrivere? Si iscriva a un corso di scrittura (o a un bookclub se, come intuisco, a scrivere ha già imparato). Le piace cucinare? Corso di cucina. Ha il sospetto di essere un grande ballerino dal potenziale inespresso? Salsa, tango, merengue, veda lei da cosa si sente ispirato. A un certo punto, se volere volere non basta, bisogna industriarsi. E se il corso non porta i suoi frutti almeno intanto si sarà divertito a fare qualcosa che le piace, che è più di quanto può dire di Tinder, mi pare di capire.

Se poi mi permette una breve recensione delle sue note biografiche, vorrei dirle che, sebbene avere le idee chiare sul mondo sia un tratto che può essere considerato attraente, talvolta l’eccesso di chiarezza può risultare un filo respingente, se non, mi perdoni, antipatico. Se mai decidesse di riprovare con gli approcci online, fossi in lei proverei ad usare lo spazio di presentazione meno come un manifesto programmatico e più come un modo per dire qualcosa di buffo o inaspettato su di lei.

Se mi spiattella la verità nuda e cruda prima ancora di fare una reale conoscenza, per quanto una possa apprezzare la schiettezza, quanto spazio rimane per la curiosità? Senza contare che poi anche lei, con la persona giusta, potrebbe riconsiderare le sue priorità. Magari una è alta 1,62 ma le piace lo stesso. L’atteggiamento da “astenersi perditempo” funziona più per le macchine usate che per gli esseri umani, cerchi di essere meno categorico, se ci riesce. 

Concludo segnalando ai lettori che tra i tagli della sua lettera c’era una proposta, quella di usare questa pagina per creare un crocevia di cuori infranti o meno, quindi eseguo mettendo a disposizione la mail della posta del cuore per fare da tramite con signore intelligenti, coerenti e sincere che volessero mettersi in contatto con lei. 

Giulia


 

© Riproduzione riservata