Una donna famosa posta su Instagram il video della sua bellissima casa appena ristrutturata. Avete presente il genere: «Vi faccio fare il tour». Un tempo le persone famose facevano di tutto per nascondersi, per non rivelare la loro vita, oggi il mondo è cambiato, non starò a dire ovvietà.

Subito riceve i complimenti dei suoi devoti ammiratori, ma anche le critiche dei suoi altrettanto devoti detrattori. I detrattori sostengono che con tutti i problemi economici delle persone è sbagliato ostentare i propri privilegi, e che prima di fare un video del genere bisognerebbe riflettere, e avere senso dell’opportunità. Gli ammiratori rispondono ai detrattori: «Il problema è tuo, caro detrattore: sei rancoroso, soffri di invidia sociale».

Il tipo di polemica è noto. Si ripete ormai con uno schema rituale. La domanda sottostante è questa: mostrare la ricchezza è una forma di ostentazione che nasconde un’insensibilità, un’incapacità di capire i propri privilegi? La modestia sarebbe preferibile? Oppure, in fondo, la modestia è solo una forma di ipocrisia?

L’accusa di “non capire i propri privilegi” oggi percorre la società in maniera martellante. Dal denaro al corpo. Pensiamo al video di una influencer seminuda che mostri come il suo fisico sia tornato in forma a poca distanza dal parto. La polemica qui sarà: «Non ti rendi conto di quanto per moltissime donne tornare in forma dopo un figlio sia difficile?». 

Oltre l’istinto 

A livello istintivo, questi video sono antipatici. La sensazione forse è ineludibile. Anche dal punto di vista estetico (io per esempio li trovo proprio brutti). Tuttavia viene spontaneo chiedersi, al di là della reazione istintiva, che cosa le persone pensino di ottenere sottolineandone la sgradevolezza. Criticare l’ostentazione è veramente un gesto politico? Cos’è un gesto politico?

Un gesto politico è anzitutto qualcosa che vuole generare delle conseguenze. Concentriamoci sul tema della ricchezza (il tema del corpo ha criticità sue, mescolare i due temi prima o poi creerebbe confusione). Immaginiamo un mondo in cui i privilegi economici non siano mostrati, in cui le persone coltivino sempre e solo il senso dell’opportunità e la modestia. Basta questo per risolvere i problemi? In un mondo siffatto, la persona ricca continua a essere ricca, solo che vive la propria ricchezza senza pubblicizzarla. La sostanza cambia?

Qualcuno potrebbe dire: cambia, perché se la ricchezza non è ostentata perde in parte il suo valore simbolico. Non è un feticcio. Dunque si recuperano altri valori. Fantasie nostalgiche di un mondo antico in cui i ricchi avevano le loro cose, ma mantenevano un’apparenza morigerata. Era un mondo migliore?

L’atto di esibire è facilmente condannabile come di cattivo gusto. Può essere descritto come un fallimento morale, un tentativo addirittura diretto di ottenere ammirazione o invidia, e di esercitare potere (sì, tu ti arrabbi con il privilegiato, ma sotto sotto se lui volesse diventarti amico non diresti di no, perché lui ha potere, ed è difficile resistere). Sappiamo bene che l’ostentazione è più complicata di così, talvolta nasce dall’insicurezza. I soldi compensano vuoti, inadeguatezze, e soddisfano desideri di conferma. Ma comunque, di base, ostentare è potere.

Varie performance

Dall’altra parte c’è la modestia, spesso celebrata come virtù. Anch’essa nasconde delle contraddizioni. I ricchi possono vestirsi alla buona e vivere in modo (relativamente) umile. Un miliardario ogni giorno può cibarsi di un semplice hamburger di McDonald’s, sia perché gli piace, sia come vezzo, perché vuole darsi quell’immagine “alla buona”.

Vediamo subito come anche la modestia possa trasformarsi in una performance. In fondo, in un’ostentazione: «Ah, scusate, non ve l’avevo mai detto, ma io sono ricco, vedete, io non mi do arie». È carino mantenere una superiorità morale, beneficiando comunque dei comfort della ricchezza, senza apparire colpevoli. Quando gli altri scoprono chi siamo, loderanno il nostro understatement. Che eleganza.

E allora cosa è meglio? Ostentare o celare? In realtà, forse, cambia poco. Sono due facce della stessa medaglia: la ricchezza come regno delle possibilità dove in fondo puoi fare il bello e il cattivo tempo. La verità è che i problemi sociali e strutturali non li risolvi travestendoli da problemi di buona creanza. La polemica sull’ostentazione soddisfa un bisogno umano di base, quello di prendere posizione, con la sensazione di aver fatto qualcosa. Se vai sotto un video social e scrivi «lei è veramente una persona volgare, si vergogni» senti di aver fatto qualcosa. Hai fatto qualcosa?

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