«Non sono in grado di guardare uno scuola bus senza provare paura per i ragazzini che ci sono dentro»
- Recentemente ripubblicato, Un amore senza fine – Sellerio, 2015 – ha trovato negli ultimi anni una nuova schiera di lettori giovanissimi.
- Una specie di follia abita il mondo: si manifesta nelle armi e nei politici che sfruttano le nostre paure.
- «Non sono in grado di guardare uno scuola bus senza provare paura per i ragazzini che ci sono dentro»
Recentemente ripubblicato, Un amore senza fine – Sellerio, 2015 – ha trovato negli ultimi anni una nuova schiera di lettori giovanissimi. Il fenomeno credo sia in parte dovuto a TikTok, che ha portato una certa attenzione sul romanzo, edito per la prima volta in America nel 1979. La storia è di un amore che non ha limiti, di due adolescenti che non riescono a star lontani l’uno dall’altro - nonostante le rispettive famiglie cerchino di separarli. Prima dell’intervista, io e Spencer abbiamo parlato di politica, italiana e americana. E da qui inizia il nostro dialogo.
Dici di guardarti attorno e di sentirti un po’ scoraggiato. Perché?
Non saprei, ma in questi anni, nel mondo, vedo tante cose non vanno.
Che impressione hai del contemporaneo?
Difficile rispondere, sono periodi di grandi cambiamenti - e non tutti positivi. C’è una sorta di follia ad abitare il mondo, qualcosa che fatico a comprendere, e non parlo solo della politica.
A cos’altro ti riferisci?
C’è una cosa di cui mi sono reso conto qualche mese fa, e che credo risponda alla tua domanda: non sono in grado di guardare uno scuola bus senza provare paura per i ragazzini che ci sono dentro.
Parli delle sparatorie di massa nelle scuole, quindi.
Sì. Il pensiero che dei bambini, che dovrebbero solo giocare con i propri amici e studiare, debbano fare delle esercitazioni per sopravvivere nel caso in cui ci fosse una sparatoria nella loro scuola non riesco proprio a sopportarlo.
Sai darti una spiegazione?
No. Sono anni avulsi, i nostri. E la politica cavalca questa sorta di confusione.
Che intendi?
Che alcuni politici la usano come una leva, senza cercare una soluzione reale.
Donald Trump?
Donald Trump.
È una domanda che ho fatto pochi giorni fa a Peter Cameron, e la pongo anche a te: come ti spieghi il successo di Trump?
Lui cosa ti ha risposto? Peter Cameron, intendo.
Ha le sue teorie.
Be’, anzitutto chi pensa che Trump sia uno stupido sbaglia. Invece, è stato bravo a capire quali siano i bisogni delle persone e a promettere che li avrebbe soddisfatti - naturalmente, era, ed è, tutta propaganda.
Credi sia questa la ragione per cui ha presa sull’elettorato?
Molti soffrono perché, per anni, è stato detto loro che avrebbero potuto essere chi volevano se solo avessero lavorato sodo. Questo ha portato tanti americani a credere che il raggiungimento dei loro sogni gli sia dovuto, e che se qualcosa nella loro vita non ha funzionato è colpa di un certo tipo di politici degli ultimi anni - politici che Trump ha preso di mira.
L’opposizione dov’è?
È lì dietro ad arrancare. I Democratici si sono troppo allontanati dalle persone del ceto medio e medio basso, così sono vulnerabili agli attacchi dei populisti come Trump. Ho saputo che, di recente, Bruce Springsteen e Michelle Obama hanno tenuto un evento in una città europea e i biglietti costavano cinquecento dollari. Ed ecco la ragione per cui la gente vota per Trump nonostante sia una persona orrenda: finge di essere vicino a delle persone che la sinistra ha messo da parte.
Passiamo alla narrativa, e parliamo di Un amore senza fine. So che l’idea per il romanzo ti è venuta a ventidue anni e che la storia ha degli elementi autobiografici.
Il fulcro della storia è autobiografico, sì, ma la narrazione in sé, il racconto no e ci tengo a sottolinearlo.
Perché?
Un amore senza fine inizia con il protagonista che dà fuoco alla casa della sua ex, cosa che io non farei mai!
Quindi l’elemento autobiografico qual è?
Quando ho avuto la mia prima vera relazione avevo diciassette anni, e non è stata solo con la ragazza con cui effettivamente stavo, ma con l’intera famiglia di lei: la situazione era molto simile a quella di David e Jade.
Una storia importante?
Importante come gli amori di quell’età.
Come mai hai deciso di scriverne?
Quella relazione mi è rimpallata nella testa per tanti anni, mi interessava come scrittore, mi resi conto, perché il legame con la famiglia di lei era diversissimo da qualsiasi che i miei amici avessero avuto con i genitori delle loro fidanzate.
Che legame era quello con la famiglia della tua ex?
Stretto. Non saprei definirlo altrimenti.
Cosa accadde, cosa si ruppe?
Quello che accade a David all’inizio del romanzo: il padre di lei, per una serie di ragioni, mi ordinò di star lontano dalla figlia per un mese. Ne soffrii molto, ma naturalmente obbedii.
Non desti fuoco alla loro casa?
No, assolutamente no.
Hai notizie di queste persone? Sai dove sono e cosa fanno oggi?
Non ho notizie della ragazza, so che i genitori sono morti.
Pensi abbiano letto il libro?
Oh, sì. Lo hanno letto!
Come lo sai?
Un amico comune all’epoca mi disse che in famiglia si chiamavano, a mo’ di scherzo, con i nomi dei rispettivi personaggi del libro.
Gli è piaciuto, quindi.
Tantissimo. Ho imparato, negli anni, che le persone quando si riconoscono in un romanzo sono felici, per loro significa che qualcuno ha pensato a loro, che li ha guardati e, in qualche modo, visti.
Parliamo di David. Perché usa il fuoco?
Perché può reperirlo senza grossi problemi, gli serve solo un po’ di carta e dei fiammiferi. Nei suoi piani, avrebbe appiccato l’incendio nel portico della casa della famiglia di Jade, avrebbe avvisato i suoi abitanti e, così, sarebbe passato per un eroe e il padre lo avrebbe riammesso in casa.
Il fuoco però non si lascia controllare facilmente.
Esatto, anche per questo ho scelto di fargli usare il fuoco: perché mi sembrava una bella metafora per indicare i sentimenti indomabili di David.
A proposito di sentimenti: nel romanzo sono tutti ingarbugliati, specie se si parla di David. Separiamoli un po’: differenza tra eros e amore?
L’amore è più complesso, opera su vari livelli, ci modifica in modi di cui noi stessi spesso non siamo consapevoli, e poi implica la conoscenza dell’altro, il desiderio di onorarlo e proteggerlo. L’eros invece è semplice: pura attrazione, eccitazione, è istintivo e ha a che fare con qualcosa di istantaneo, non conosce progettualità.
Sull’ossessione che mi dici?
Che molti la scambiano per amore, o comunque per un sentimento nobile, ma non credo sia così: quando siamo ossessionati ci focalizziamo sull’altro, certo, ma sempre in relazione a noi stessi. Pur di avere l’altra persona siamo disposti a tutto, pure a sacrificare i suoi bisogni e desideri. Ecco, l’ossessione secondo me è un sentimento molto egoista, mentre l’amore è altruista.
A proposito di ossessione: Un oceano senza sponde. Kip è ossessionato da Thaddeus o il suo è amore?
Tu che ne dici?
Per me è un’ossessione, nient’altro.
Penso tu abbia ragione. L’amore non corrisposto è, appunto, un oceano senza sponde. E non perché è immenso nella sua intensità ma perché non ha i confini della realtà: quando amiamo dobbiamo fare i conti con l’altro, con i suoi limiti e con i limiti dei nostri sentimenti. Quelli di Kip sono un oceano senza sponde perché ampliano di continuo i loro confini traverso la sua stessa fantasia.
La natura dei sentimenti di Thaddeus per Kip, invece?
Da una lato, credo sia uno di quegli uomini che negli Stati Uniti si definiscono gay curious, uomini che provano una certa attrazione per gli uomini e che pur avendo relazioni eterosessuali sarebbero curiosi di provare. Dall’altro, penso sfrutti i sentimenti di Kip per il proprio tornaconto.
Cosa possiamo fare con l’amore per qualcuno che quell’amore lo rifiuta?
Darlo a qualcun altro, senza remore.
Hai mai fatto esperienza dell’ossessione di cui scrivi?
Gli scrittori sono, per loro stessa natura, esseri che si ossessionano senza posa. Scriviamo ogni giorno, tutto il giorno. Andiamo avanti parola dopo parola per creare un mondo che non esiste e che però per noi è la cosa più importante, la più interessante che ci sia. Ecco, l’ossessione che descrivo l’ho sempre e solo provata per la scrittura.
Insomma, Kip e Thaddeus non si amano.
Per la concezione che ho io dell’amore, no.
David e Jade, di Un amore senza fine, invece, si amano?
Loro sì. È un sentimento immaturo, quell’amore tipico degli adolescenti, però c’è ed è fortissimo. È una connessione reale, che si basa sulla conoscenza, sul desiderio costruito giorno dopo giorno. Molti credono che quando si è giovani la capacità di amare sia una bozza ma io, piuttosto, credo non solo che si possa amare a quell’età, ma che il sentimento sia puro, articolato e insieme semplice perché non contaminato dai dettami sociali cui poi dobbiamo cedere da adulti.
Della madre di Jade cosa mi dici?
Tu che ne pensi?
Penso sia strana. Ma perché mi rigiri le domande che ti faccio?
Sono curioso di avere il tuo parere! Ride, ndr - Però sì, penso sia strana.
Come mai l’hai scritta così?
È la prima volta che lo dico - ma è morta, credo di poterlo fare: il personaggio della madre di Jade è quello che più di ogni altro è calcato su una persona che è realmente esistita. L’ho scritta così perché lei era così.
Parli della madre della tua ex, la ragazza con cui stavi a diciassette anni?
Sì.
Vi scambiavate delle lettere come fanno loro?
Sì, con lei ho mantenuto un’amicizia molto profonda anche dopo la fine della relazione con sua figlia. Ci scambiavamo delle lettere, chiacchieravamo pure al telefono - tutto in segreto, le rispettive famiglie non lo sapevano.
Ultime domande su Un amore senza fine. Jade praticamente nel libro non esiste, e l’impressione che si ha è che sia solo un’idea di David. Lui insomma la ricostruisce come fosse un personaggio della sua fantasia e la modella secondo i suoi desideri. È un meccanismo comune tra le persone innamorate, secondo te?
Succede spesso, sì - anche in quelle che definiamo relazioni sane e giuste; può capitare a tutti. Noi le persone che abbiamo vicino le ricostruiamo di continuo, basandoci su chi vorremmo che fossero e ciò che vorremmo rappresentassero. Nei rapporti, ognuno non è che un personaggio dell’altrui immaginazione.
È tutto una fantasia, quindi?
Ma no, certo che no! Solo quello che amiamo.
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