Era il favorito della vigilia e si è confermato vincitore. Secondo Lazza. I cinque finalisti sono tutti maschi e lui se ne accorge: «Dedico questo premio a tutte le cantanti donne che hanno partecipato al fesival», ha detto
Il cantante Marco Mengoni, di 34 anni, ha vinto il 73° festival di Sanremo con la canzone Due vite. Lo ha fatto rispettando perfettamente i pronostici della vigilia e al termine di una cavalcata senza intoppi. È rimasto primo dal martedì al sabato e, per non farsi mancare nulla, ha vinto anche la serata dei duetti e il premio Giancarlo Bigazzi per la musica. Ha dedicato il premio a tutte le donne del festival, sottolineando che i cinque finalisti erano tutti maschi (secondo si è classificato a sorpresa Lazza, terzo Mr. Rain).
Per Mengoni è il secondo successo all’Ariston, dopo quello del 2013 con L’essenziale. Non sono molti gli artisti che possono vantare lo stesso titolo di bi-vincitore fra i big di Sanremo: da oggi lui è il decimo e si affianca, fra gli altri, a Nilla Pizzi, Anna Oxa e Matia Bazar. Solo in tre hanno fatto di meglio: Iva Zanicchi (tre volte), Domenico Modugno e Claudio Villa (quattro volte).
L’emozione della vittoria
L'annuncio è arrivato intorno alle due e mezza di notte. Già al mattino della finale, durante la conferenza stampa in cui era stato accolto da gran favorito, Mengoni aveva dimostrato la sua emozione.
«Questo Sanremo me lo sto godendo tantissimo e vorrei mollare ancora di più le redini», aveva detto scoppiando a piangere. «Uno dei miei difetti è però che sono molto emotivo». In realtà il pubblico italiano non sembra disprezzare questa emotività.
In ordine di classifica, dopo Mengoni sono arrivati Lazza, Mr. Rain, Ultimo e Tananai. Tutti uomini appunto, come ha detto Mengoni.
Due vite
In un’intervista a Domani, Mengoni ha spiegato che Due vite, la canzone che ha vinto Sanremo, è una condivisione di ciò che ha vissuto negli ultimi anni. «Anche se all’interno ha un’apocalisse lunare, qualcosa di lontano e di notturno».
È una sorta di viaggio introspettivo, in cui ha imparato ad accettare ogni aspetto della sua esistenza. «E ci siamo fottuti ancora una notte/ fuori un locale/ E meno male/ Se questa è l’ultima/ canzone e poi la luna esploderà/ Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai».
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