Maestro del racconto, padre nobile del minimalismo letterario, erede di Ernest Hemingway e John Cheever: di questo parliamo, abitualmente, quando parliamo di Raymond Carver. Eppure, e fin dagli esordi, Carver ha alternato regolarmente composizioni in versi e in prosa, e i suoi primi due libri, Near Klamath e Winter Insomnia, pubblicati rispettivamente nel 1968 e nel 1970, sono entrambi raccolte di poesie. Nel 1976, l’anno di Vuoi star zitta, per favore?, la sua prima raccolta di racconti candidata al National book award, Carver pubblicò anche il suo terzo libro di poesie, At Night the Salmon Move. E dopo un periodo di sette anni apparentemente dedicati alla narrativa – e che videro irrompere sulla scena letteraria due capolavori come Di cosa parliamo quando parliamo d’amore e Cattedrale (rispettivamente nel 1981 e nel 1983) –, Carver tornò alla poesia con quattro, splendidi libri: il volume miscellaneo Voi non sapete che cos’è l’amore (che include anche saggi e racconti), Racconti in forma di poesia (1985), Blu oltremare (1986) e Il nuovo sentiero per la cascata, pubblicato postumo nel 1989 e curato dalla moglie e scrittrice Tess Gallagher.

Questo breve sunto della carriera e della produzione di Carver dimostra come la poesia sia una parte integrante e imprescindibile del suo percorso letterario. Con il loro passo narrativo, il loro potere evocativo, la loro melodia interna, l’uso frequente di una voce narrante che non coincide mai in pieno con quella dell’autore, e un arco tematico che spazia dalla natura e la pesca all’infanzia e ai rapporti tra padri e figli, dall’amore perduto e riconquistato alla forza della condivisione, le poesie di Carver compongono un canzoniere coerente e intimo: da un lato, pienamente immerso in una tradizione americana che risale quanto meno a William Carlos Williams e alla sua poetica scandita dallo slogan «non ci sono idee se non nelle cose»; dall’altro, in costante dialogo con la sua produzione narrativa nell’aprirsi progressivamente alla speranza e alla comunione spirituale. Un processo di apertura nel quale la generosità e la profondità di sguardo prevalgono sulla compressione, sulla sottrazione e sul controllo delle emozioni, e che molti critici e lettori hanno collocato nei due anni intercorsi tra Di cosa parliamo quando parliamo d’amore e Cattedrale: ossia, tra la raccolta forse più “misteriosa”, raggelata e sospesa e quella nella quale, liberatosi dall’influsso “invasivo” del suo editor storico, Gordon Lish, Carver approva a un realismo cechoviano e a strutture narrative di più ampio respiro.

L’evoluzione della voce

Qualcosa di non dissimile accade con le poesie pubblicate negli anni Ottanta, e in particolare con alcuni dei capolavori di Racconti in forma di poesia e di Blu oltremare. La voce narrante, una costante in tutte le composizioni di Carver, al tempo stesso autobiografica e sottilmente estraniata dalla vita dell’autore, appare meno nevrotica e compressa, più aperta alla dimensione degli affetti e della memoria, determinata a stabilire con il lettore/ascoltatore un’intimità e una condivisione paragonabili a quelle generate da capolavori dell’arte del racconto come Cattedrale e Una cosa piccola ma buona.

Accanto a questa evoluzione della voce permane la capacità miracolosa di attingere a oggetti comuni e quotidiani e trasformarli in vere e proprie epifanie, senza mai però intellettualizzarli o privarli della loro concretezza. Il potere «immenso, addirittura sbalorditivo» che, come lo stesso Carver afferma in uno dei saggi raccolti in Voi non sapete che cos’è l’amore, può emanare da «una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino», colloca le poesie di Carver all’interno di una linea che, dal già citato Williams e dall’imagismo passa per Creeley per approdare a Robert Bly, James Wright, Dick Hugo. Tutti autori compulsati da Carver durante un frenetico e tardivo processo di formazione segnato da un unico leitmotiv: il rifiuto dell’intellettualismo e della metafisica e la ricerca di una poesia che vada oltre la mera tecnica e non esiti a rimanere grezza e colloquiale. 


Il 22 aprile esce per Minimum Fax un cofanetto in due volumi con tutte le poesie di Carver e un’intervista inedita di cui abbiamo pubblicato uno stralcio in questa pagina

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