La mostra è stata inaugurata lo scorso 19 aprile e sarà visitabile fino al 15 settembre nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro (Venezia). In esposizione le opere dell’artista César Meneghetti e dei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio
Nei multiformi e instabili paesaggi dell’arte contemporanea si vanno affermando tendenze connotate da impegno civile o da una più marcata funzione politica, in polemica con una certa superficialità dell’attuale sistema dell’arte.
Non si tratta di un movimento coeso, ma di una galassia d’esperienze diverse, accomunate però da un’inquietudine per i drammatici scenari del nostro tempo e dalla volontà di attribuire alla propria opera un significato socialmente esplicito.
È un fenomeno complesso, dagli esiti variegati e dai perimetri sfuggenti nel quale non è facile orientarsi, ma che Vincenzo Trione ha analizzato in modo illuminante in Artivismo. Arte, politica, impegno (Einaudi 2022), offrendo le chiavi di lettura per comprendere queste forme d’arte che si impongono nell’artworld anche per sensibilizzare un pubblico distratto o indifferente rispetto a tematiche di grande rilevanza e attualità: «Per un verso, questi artisti utilizzano materiali forniti dalla cronaca: frammenti di un mondo intossicato da un’enorme mole di informazioni e di statistiche che, invece di far capire l’attualità, rischia di stordire e di accecare. Per un altro verso, da questa Babele essi estraggono barlumi che, altrimenti, rischierebbero di dissolversi in una nube comunicativa».
Muovendosi in ordine sparso ed evitando posture ideologiche, questi “artivisti” intendono riportare l’arte nelle dinamiche della storia, richiamando in modo più o meno consapevole la tradizione politica dell’arte occidentale. È il tentativo, non sempre ben riuscito, di riconnettere forma estetica e contenuto etico, in linea con vari maestri dell’Otto e Novecento, da Goya a Courbet, da Dix a Beckman, da Picasso a Chagall, da Fautrier a Beuys, da Mušič a Boltanski.
In questo orizzonte, pur partendo da premesse indipendenti, si può inscrivere il lavoro collettivo che César Meneghetti e i Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio svolgono da quindici anni e che trova la sua ultima manifestazione nella mostra Naufragi-Approdi, inaugurata a Venezia il 18 aprile nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro (progetto condiviso dalla Galleria e dalla Direzione regionale Musei del Veneto).
L’esposizione è frutto di una singolare sinergia tra un artista nomade e poliedrico come Meneghetti e i Laboratori di Sant’Egidio che da tempo – nelle periferie di Roma e in varie città europee (anche in Ucraina) – hanno attivato processi di inclusione e formazione delle persone con disabilità conducendole a esprimersi (anche attraverso la tecnologia e i mezzi informatici) e ad appropriarsi di tecniche e codici artistici personalizzati.
È un processo che trasforma tutti i soggetti coinvolti rimuovendo ogni tipo di barriera: così emergono parole e pensieri misconosciuti e si attuano esperienze di liberazione, riscatto e creatività.
La mostra
Naufragi-Approdi, curata da chi scrive, è scaturita dalle riflessioni dei Laboratori romani sul tema delle migrazioni, finalizzate a ricostruire le cifre, i nomi e le storie dei migranti in fuga da guerre, povertà ed emergenze climatiche che hanno perso la vita soprattutto nel Mediterraneo, ma anche lungo la rotta balcanica.
Per richiamare la memoria dei 3129 profughi morti nell’anno 2023, i Laboratori hanno realizzato altrettante barchette di fragile carta – rosse per i bambini (130) e bianche per gli adulti – che interagiscono con l’evocativa installazione di Meneghetti creando un effetto di struggente potenza.
Tutto si svolge nello splendido atrio della Ca’ d’Oro, dove filtra la tremula luce lagunare e risuona lo sciabordio d’acqua del Canal Grande: in un ledwall di nove metri fluttua un mare digitale rosso sangue che diviene plumbeo e cavernoso, si frammenta e si parcellizza fino a scomparire.
Nel video, dotato di emotiva sonorità, appaiono e sono pronunciati ad uno ad uno i nomi dei 240 sommersi che la Comunità di Sant’Egidio, con ineludibile pietas, è riuscita a recuperare per sottrarli all’oblio. Insieme a loro sono ricordati gli altri 2889 di cui non si sa il nome ed è possibile conoscere alcune delle loro storie (accessibili tramite un qr code).
Le luci e le ombre che lo schermo proietta sulle barchette e sul prezioso mosaico pavimentale conferiscono all’installazione un tono vibrante e poetico: prende così forma un commovente “mosaico della memoria” che si oppone all’inaccettabile scomparsa di tanti piccoli e adulti in cerca di un futuro più umano.
Due protagonisti dei laboratori completano il progetto. Marianna Caprioletti, artista con sindrome di Pendred che comunica solo disegnando e scrivendo, presenta un’acuta parodia in bianco e nero della Zattera della Medusa, quadro con cui Thédore Géricault interpretò magistralmente lo sdegno suscitato dal naufragio della fregata Méduse avvenuto nel 1816 sulle coste africane per l’imperizia del comandante (dei 150 membri dell’equipaggio si salvarono in 15).
Deformando con tratto espressionistico i gesti e i volti di quella composizione, Caprioletti fa risuonare il grido dei naufraghi di oggi, silenziato da chi non lo vuole ascoltare. Roberto Mizzon, che dipinge sfidando le sue difficoltà motorie, nel trittico Corridoi Umanitari 2024 vuole ribaltare il destino della “zattera”: impressionato dal naufragio di Cutro del febbraio 2023 (94 morti) propone visivamente l’urgenza di approdi possibili ispirandosi ai Corridoi Umanitari promossi da Sant’Egidio (con Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e CEI-Caritas) che hanno condotto in sicurezza e legalmente in Europa oltre 7000 profughi.
Dunque non solo naufragi, ma anche approdi. Non a caso, inaugurando la mostra, il card. José Tolentino de Mendonça ha detto: «Come ricorda Papa Francesco, siamo tutti fratelli. Il mio sogno è che “Stranieri ovunque” possa evolvere in “Fratelli ovunque”», rilevando così una sintonia con la straordinaria intensità del Padiglione della Santa Sede, da lui fortemente voluto, e indicando una connessione con Foreigners Everywhere della Biennale di Adriano Pedrosa. Ma questa è un’altra storia.
Alessandro Zuccari, César Meneghetti e i Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio. Naufragi-Approdi, a cura di Alessandro Zuccari.
Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, 19 aprile - 15 settembre 2024
© Riproduzione riservata