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La “canzone d’autore” vivrà in Italia una straordinaria fioritura artistica durante gli anni Settanta e fino all’inizio degli anni Ottanta, proprio mentre il Club Tenco muoveva i primi passi e il Festival di Sanremo sembrava in declino.
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Fu anche, quella, l’epoca dell’affermazione in Italia dei diritti sociali, prima, e poi dei diritti civili di seconda generazione. Mancava poco. Ma Luigi Tenco avrebbe vinto.
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Se però la canzone d’autore diventa (anche) commerciale, ha ancora senso questa distinzione? La canzone è questo, in fondo: una manifestazione di libertà, un frammento della liberazione umana. Se bella, può dare conforto alla nostra vita, alle nostre scelte.
Non parlate di canzoni d’autore. All’arte non servono genitivi


19 novembre 2021 • 07:00