È nel pomeriggio torrido di un venerdì 2 agosto che arriva la notizia che nessuno s’aspettava nel mondo dell’editoria e che prefigura uno scenario inedito nel mondo dei libri: Mondadori e Feltrinelli soci a pari quote (il 10 per cento) dentro il salotto buono di Adelphi, il marchio più glamour dell’editoria italiana, quello con l’«aura» della sua storia scritta da Luciano Foà, Bobi Bazlen, Roberto Calasso per una combinazione di originalità e unicità nelle scelte editoriali che Bazlen aveva chiamato «primavoltità».

Il Gruppo Mondadori informa infatti che Mondadori Libri S.p.A. ha sottoscritto con Josephine Calasso – figlia di Roberto e detentrice di una partecipazione complessiva del 23,88 per cento – reciproche opzioni di acquisto e vendita (c.d. put/call) relative a una quota pari al 10 per cento del capitale sociale di Adelphi Edizioni. Le opzioni saranno esercitabili a decorrere dal maggio 2027 a un prezzo di esercizio che riflette un equity value per il 100 per cento di Adelphi di 50 milioni di euro.

Le reazioni

«Ho scelto il Gruppo Mondadori perché ho a cuore il futuro di Adelphi, perché si è dimostrato un interlocutore lineare e trasparente e perché ritengo che la sua vicinanza possa dare un prezioso contributo all’evoluzione e alla crescita della nostra casa editrice, grazie alle sue competenze, alla comprovata capacità gestionale, alle sue dimensioni e, soprattutto, per le modalità aperte di interazione e di valorizzazione che storicamente ha dimostrato nei confronti delle case editrici», ha commentato Josephine Calasso.
«Mi auguro che questa decisione possa essere apprezzata dagli altri soci, anche in un’ottica di riequilibrio della compagine sociale, e sono sicura contribuirà a realizzare il mio desiderio di una Adelphi guidata dagli eredi di Roberto Calasso, che si proietti in un futuro luminoso degno della sua storia visibile nello straordinario catalogo, eredità di mio padre», ha concluso Calasso.

«L’accordo definito deriva dal riconoscimento e apprezzamento da parte del Gruppo Mondadori per la straordinaria unicità e valenza di Adelphi, vero e proprio cespite culturale del Paese. È quindi per noi un onore che ci sia stata offerta la possibilità di far parte in futuro del suo azionariato: lo facciamo con lo scopo di supportarne, insieme a tutti gli altri soci, la naturale evoluzione in un’ottica di ulteriore creazione di valore», ha dichiarato Antonio Porro, Amministratore delegato del Gruppo Mondadori. «Tutto ciò, facendo leva sulla visione pienamente condivisa, che trova nell’identità del catalogo, nell’autonomia e nell’indipendenza delle scelte editoriali i pilastri imprescindibili dello sviluppo di una grande e storica casa editrice, in totale coerenza con la nostra filosofia per la quale ogni singola realtà editoriale è incentivata a preservare la propria identità e i propri caratteri distintivi e peculiari», ha sottolineato Antonio Porro. «Intendiamo, in definitiva, dare un contributo e condividere a tempo debito un percorso inclusivo con tutti coloro che desiderano collaborare al progetto di ulteriore valorizzazione di una delle più prestigiose case editrici del paese».

Solo un mese fa, il 2 luglio il gruppo Feltrinelli aveva annunciato il suo ingresso in Adelphi per il 10 per cento.

Mondadori entrerà nel 2027, c’è tempo, ma la partecipazione allo stesso tavolo di due gruppi così importanti e concorrenti accende tutte le fantasie editoriali (la più scontata: la guerra di via San Giovanni del Muro), mentre tutti affermano la tutela del marchio e del suo valore culturale. Certo pensare all’unione della energia manageriale mondadoriana e di quella delle librerie Feltrinelli al servizio di Adelphi fa sognare. Un grande editore.

© Riproduzione riservata