Il presidente del Real Madrid, Florentino Pérez, con un comunicato stampa ha fatto sapere che dopo la rinuncia all’invito di France Football per la cerimonia del Ballon d’Or ha inaugurato la settimana “No podemos”, declinando altri appuntamenti importanti che lo vedevano protagonista.

Mercoledì, avrebbe dovuto pranzare a casa di Ferran Adrià in compagnia di Carlos Alcaraz, ma ha fatto sapere che fin quando il tennista non sarà primo, davanti a Jannik Sinner, non potrà sedersi a tavola con il numero due del tennis mondiale, e poi anche Adrià non vince un premio da tempo e mai una volta che gli preparasse una paella con coniglio e lumache, come gliela preparano al «Paco Gandia», basta verdure.

Giovedì, il presidente Pérez non sarà sul set del nuovo film di Pedro Almodóvar, Los áticos de Madrid, dopo aver trovato una vecchia intervista al regista dove si lamentava dei quartieri senza marciapiedi della capitale, e quei quartieri li aveva costruiti Pérez, perché i numeri uno non passeggiano, ma sfrecciano in Ferrari.

Venerdì, Florentino avrebbe dovuto essere a una cerimonia privata dove Juan Carlos ricordava le sue migliori vittorie a Subbuteo e a letto, ma ha scoperto che il vecchio re non ha mai vinto la Champions League e che suo figlio tifa per quei perdedores dell’Atlético de Madrid. Quindi: adiós, monarquía.

Sabato, non sarà alla partita a Valencia, perché il suo Real Madrid è secondo in campionato – sei punti dietro il Barcellona, digo: seis puntos por detrás, cosas del Espanyol –, e lui non guarda le partite dei secondi, ha fatto sapere che non sarà nemmeno alla partita di Champions contro il Milan, che non è nemmeno primo in serie A e quello stadio non porta ancora il suo nome, ma quello di Santiago Bernabéu. Intollerabile. Che poi è il vero grande problema di Florentino Pérez, da cui nasce tutto: essere arrivato dopo Santiago Bernabéu.

Domenica, il presidente non andrà al Centro Nacional de Golf perché Tiger Woods tornerà a giocare solo il 30 novembre e lui non gioca con i secondi. In più al centro non sanno fare la paella con coniglio e lumache, come gliela preparano al «Paco Gandia».

Lunedì, a una settimana dallo smacco del Ballon d’Or, Florentino non uscirà dal suo letto, offeso perché sopra il suo attico comunque c’è il cielo di Madrid e, per quanto blanco, non ha vinto nemmeno una Liga.

Martedì, ha rinunciato alla presentazione del nuovo libro di Jorge Valdano, Francisco Martín Pinzón, el segundo de Cristoforo Colombo (Editorial Gredos), a parte che scrivere la biografia di un secondo è da sfigati, chi sa chi è il vicepresidente del Real Madrid? E poi Valdano ha sempre quell’indelebile macchia: gli fece prendere Manuel Pellegrini come allenatore, uno capace di arrivare secondo con 96 punti e 102 gol segnati – «El ingeniero que non sapeva fare i cálculos» – di farsi eliminare in Champions dall'Olympique Lione e di uscire in Copa del Rey ai sedicesimi di finale contro l’Alcorcón, club di Segunda División. Apoteosis de la mala suerte.

Mercoledì, invece, Florentino Pérez rinuncerà a tutte le parti del suo corpo che sono arrivate seconde: la mano sinistra, il piede sinistro, l’occhio sinistro, l’orecchio sinistro e via così, fino a quando allo specchio non ha avuto una ideona.

Giovedì, cominceranno i lavori del nuovo stadio “Florentino Pérez” per le trasferte del nuovo campionato del Real Madrid che giocherà contro il Real Madrid. Anche se avere un Real Madrid secondo non gli piace, forse invita quelli dell’Atlético.

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