Cara Giulia,

Sono in una situazione complicata e anche se non penso che tu possa risolverla al posto mio provo comunque a scriverti. Ho 31 anni e sono in una relazione da cinque, ma temo di essere arrivata al capolinea. Sono stata molto innamorata di questa persona, ma da un po’ di tempo mi sono resa conto che non siamo più felici. Il nostro modo di stare insieme è cambiato molto ed è come se non parlassimo più la stessa lingua. Siamo diventati elettrici, ci accapigliamo su ogni minima sciocchezza. Se uno dei due dice che fuori c’è il sole, l’altro dice che piove. Ci diamo sempre più sui nervi, e la cosa mi fa soffrire molto, soprattutto perché mi ricordo come eravamo un tempo. Eravamo amici, complici. Ora non siamo più niente, se non due che dormono nello stesso letto.

Non è successo niente di particolare che ci abbia ridotto così, ma ho l’impressione che entrambi abbiamo covato per anni delle insoddisfazioni e ormai non sappiamo più comunicare senza incolparci a vicenda di qualsiasi cosa.

Dentro di me so che forse siamo semplicemente arrivati alla fine. Ma lasciarsi sembra impossibile, non solo per la tristezza di separarsi da una persona che ho amato come nessun’altra, ma anche per una serie di questioni pratiche che onestamente mi terrorizzano. Viviamo insieme, dividiamo un affitto, abbiamo cose, mobili, libri da spartire. Lasciarci significherebbe riorganizzare tutta la nostra esistenza con enorme fatica.

Help.

V.

Cara V.,

Credimi, ti capisco meglio di quanto credi. Non c’è niente di più triste che osservare un amore che finisce e contemporaneamente dover fare i conti con la traumatica realizzazione che gli affitti che puoi permetterti da sola vanno dal pozzo del Silenzio degli innocenti al sottoscala di Harry Potter. Purtroppo però – e lo sai bene anche tu – l’alternativa non è una vera alternativa. Restare insieme oltre la data di scadenza non fa bene a nessuno e il risentimento continuerà a spandersi come una muffa tossica (chiedo scusa per la metafora disgustosa, ma quando mi sono trovata nella tua situazione avevo un reale problema di muffe in casa che si aggiungeva a quelle figurate. Mi è rimasto il pallino, si vede).

Purtroppo non posso aiutarti, ma questo lo sapevi già. L’unica cosa che posso dirti è che una volta verbalizzato il problema (con un amico, un familiare, uno psicologo, una scema che scrive sul giornale) il salto finale è meno infattibile di quanto pensi. L’unica cosa che ti consiglio è di tentare uno strappo deciso, piuttosto che tirare il cerotto strappando un pelo alla volta (cosa che io ho fatto in passato, per il bene di nessuno). Fatti forza e stai alla larga dalla canzone di Blanco e Mahmood se non vuoi disidratarti dagli occhi. Per il resto ci penserà il tempo a mettere tutto a posto.

Giulia

Ciao Giulia,

Ti scrivo perché urge un consiglio. Spero che potrai darmi dei suggerimenti. Riassumo brevemente: ho conosciuto un ragazzo per lavoro, da due anni ci sentiamo su WhatsApp e solo la scorsa settimana ci siamo visti fuori dall’ambiente di lavoro per un caffè.

Lui si è presentato con gli occhiali da sole e non li ha tolti neanche un momento. Finito il caffè mi ha detto: «Ti chiamo domani, così ci rivediamo». E poi non si è fatto sentire. Dopo due giorni mi ha scritto per sapere come stavo e se fossi già partita, perché comunque sapeva che dovevo lasciare la città e che ci saremmo visti se avesse finito in tempo. Così non è stato. Ha scritto, si è scusato e poi la domenica mattina, mentre io ero già in viaggio, mi ha scritto che gli dispiaceva che fossi partita.

Ora sono due settimane che ci sentiamo su WhatsApp, l’ho invitato a venire da me quando può e ha risposto che mi raggiungerà non appena ci saranno meno casi Covid. Il punto è che lui ha ben percepito che è nel mio cuore, mentre io non riesco a smascherarlo totalmente. Anche perché sapevo che aveva una compagna, con la quale si vedeva di rado, perché anche lei vive in un'altra città. Qualche volta mi ha parlato di lei che si era comportata male con lui. Ma poi dice che la storia con lei è chiusa. Cosa mi consigli?

Grazie,

F.

Cara F.,

Prima di tutto ti consiglio di fare un po’ di ordine, perché la timeline di questa storia non mi torna molto e non mi è chiaro cosa dovesse finire lui (di lavorare? Di mentire a tutto spiano?). Ma tralasciando che non ho capito quanto tempo è passato dal vostro primo incontro, né dove ti sei trasferita e perché (torni dove sta lui prima o poi? O vivete in città diverse?), dalla tua lettera mi sembra tutto inutilmente complicato.

Il mio suggerimento è di stare molto calma. Perché (ovunque tu sia) lui dovrebbe raggiungerti? Vi siete visti una volta, ti ha bidonato, non ha dato particolari segni di coinvolgimento ed è già fidanzato (storia chiusa un par di palle, se mi permetti). Per quanto questo tizio ti possa piacere, devi costringerti a leggere fra le righe. Anche se in questo caso il messaggio è poco fraintendibile, scritto a caratteri cubitali non in mezzo, ma preciso preciso su una riga spessa come un cavo dell’alta tensione: non è interessato, passa oltre.

Spero di non essere troppo brutale e di aiutarti a capire, anche per le relazioni future, che l’amore non dovrebbe essere né un inseguimento né una prova di forza. Mi dissocio completamente da quel detto, “in amore vince chi fugge”. Per quanto mi riguarda vince chi resta (e chi non rompe troppo i coglioni). Peraltro non mi sembra che ti perdi un granché. Uno che non si toglie neanche gli occhiali a un appuntamento – a meno che non sia Antonello Venditti o Dargen D’Amico o non abbia appena fatto un’operazione alla cornea – o è un cafone o ha qualcosa da nascondere. In entrambi i casi: pussa via.

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