Cara Giulia,

mi vergogno un po’ a parlare con amiche e amici di questa cosa, quindi scusami ma ti uso come sostituta. Ho 27 anni e sono attratta da uomini molto più grandi di me. Ho avuto alcune relazioni con miei coetanei negli ultimi anni ma mi sono sempre stufata molto velocemente di loro, perché dopo un po’ mi sembra sempre di stare con dei bambini. E se non mi sembrano dei bambini sono comunque spesso emotivamente immaturi e non hanno gli strumenti per vivere una relazione adulta al meglio. 

Due anni fa mi sono innamorata di un uomo più grande di me di quasi vent’anni e inizialmente ero sorpresa di quanto eravamo affini. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda per diverse cose e non mi sarei mai aspettata di essere così a mio agio con un uomo che ha avuto esperienze di vita così diverse dalle mie. Eppure ci siamo innamorati e finalmente ho ritrovato in lui tutte le cose che non trovavo nei ragazzi della mia età. 

Alla fine non ha funzionato tra noi: avevamo entrambi paura di essere giudicati per la nostra relazione e questo alla lunga ci ha allontanato. Ma ora che sono di nuovo single mi scopro sempre più a cercare storie come quella, con uomini sentimentalmente e anagraficamente maturi. È sbagliato?

C.


Cara C.,

sei maggiorenne quindi non è sbagliato per la legge, figurati cosa me ne può fregare a me. E posso dire? Credo che se i tuoi amici sono degni di essere chiamati tali non fregherà niente nemmeno a loro. Certo, chiameranno il tuo fidanzato quarantenne “il vecchio” alle tue spalle (bastano tre anni in più per guadagnarsi l’epiteto, non puoi farci niente), ma saranno felici di vederti felice, non credi? Finché la differenza anagrafica tra te e un partner non diventa conturbante – lascio a te stabilire cosa si qualifichi come conturbante, per me ad esempio sarebbe problematico andare in giro con uno che può essere scambiato per mio padre, ma magari tu tracci il confine al nonno e va bene anche così – di chi ti innamori sono al cento per cento fatti tuoi.

Vorrei però aggiungere che trovo le tue premesse poco a fuoco: esistono idioti di 27 anni, idioti di 37, e persino idioti di 47 (e potrei andare avanti con ogni decade, ma ci siamo capite). Fossi in te non mi focalizzerei troppo sulla matematica e cercherei piuttosto di fare tesoro di ogni esperienza per capire quali sono le caratteristiche che cerchi e ti piacciono in un partner. La data di nascita non è un merito di per sé. 

Giulia

Cara Giulia,

mia moglie vuole separarsi dopo quasi trent’anni di matrimonio e io non riesco a farmene una ragione. Abbiamo costruito una vita insieme, abbiamo tre figlie meravigliose e non le ho mai fatto mancare niente. Sono stato un marito presente e affettuoso per tutto questo tempo e non riesco a spiegarmi come possa dire di volersi sentire più libera e di aver bisogno di novità. Forse sono ingenuo io, ma pensavo che alla nostra età le novità fossero finite e che un’intera esistenza passata l’una accanto all’altro fosse un premio sufficiente e una soddisfacente fonte di felicità. Invece per lei non è così, dice che ha bisogno di cambiare. Ma cambiare cosa? Non siamo troppo vecchi per inseguire i sogni? Io ero assolutamente contento di quello che avevamo e ora mi viene portato via, senza che io non possa neanche capire bene perché. Non le ho fatto niente di male, eppure vengo trattato così, come se non le fossi stato sempre accanto. Non mi resta che pregare che sia solo una fase.

G. 


Caro G.,

mi dispiace molto per quello che sta passando, e sono certa che non si merita di soffrire per amore alla sua età, ma non posso fare a meno di sgridarla un pochino. L’ha riletta la sua lettera prima di mandarla? Lei usa la prima persona singolare con una discreta frequenza, e non vorrei che questo fosse un riflesso delle dinamiche fra voi negli ultimi trent’anni di matrimonio. Potrei essere fuori strada di diversi chilometri, e magari lei è solo un uomo ferito in cerca di uno sfogo, ma percepisco delle forti vibrazioni di egoriferitismo senza limitismo in quello che mi ha scritto. Non le ho fatto mancare, sono stato un marito, io ero contento, vengo trattato. Cerchi di ricordarsi che qualsiasi relazione, nel bene e nel male, coinvolge più di una persona sola. 

Io ho il sospetto che quello di sua moglie non sia soltanto un colpo di testa o un attacco di menopausa, ma una decisione a lungo ponderata a cui non deve neanche essere stato facile arrivare. Quanto deve costare anche a lei stravolgere le vostre vite, sopportando il peso della responsabilità? Il fatto che a lei, G., non piacciano le motivazioni con cui questa decisione le è stata presentata purtroppo non la rende meno valida. 

Le ragioni per essere infelici sono infinite, spesso sono molto più numerose di quelle per essere felici, e non è mai troppo tardi per provare a diminuirle nella propria vita. Persino per lei, che adesso si sente giustamente a pezzi, questa che ora le sembra la fine di tutto potrebbe rivelarsi l’inizio di qualcosa di meglio. 

Giulia

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