Ultima puntata della nostra guida per approcciare la finalissima di Sanremo 2023 come si deve e dire addio senza rimpianti anche a questo festival
Ultima puntata della nostra guida per approcciare la finalissima di Sanremo 2023 come si deve e dire addio senza rimpianti anche a questo festival.
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Umberto Eco una volta fu ospite all’Ariston ed entrando disse “chiaro esempio di non-luogo postmoderno” e poi subito dopo “non ci credo c’è Lorella Cuccarini tenetemi che potrei fare una pazzia, una pazzia”.
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Regolamento di gara: in caso di ex aequo è previsto un duello con armi a discrezione dei due concorrenti. Elodie, che è sempre molto chic, per l’eventualità ha portato un fioretto. Lazza un mitra.
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Nel caso siate riusciti ad accaparrarvi un biglietto per la finalissima sappiate che all’Ariston non si possono introdurre: frutta, verdura, flaconi, tubetti, monetine, scarso entusiasmo, detonatori, Toto Cutugno (dal 2014, motivi ignoti).
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Paolo Crepet ha definito depressione post-festival quello stato d’animo che colpisce in genere un concorrente su due dopo la fine della gara e che nel 2007 portò Daniele Silvestri a convincersi di non volere mai più abbandonare Sanremo e ad acquistare un bilocale sul lungomare, poi rivenduto malissimo per via di Lehman Brothers e tutto il resto povero Daniele.
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Stanotte, dopo la gara, i concorrenti, i presentatori, gli orchestrali, gli autori, gli attrezzisti, gli addetti alla sicurezza e parte del pubblico andranno a dormire in camera di Sethu, che è l’unico con l’account premium su Booking e ha potuto prenotare un albergo col late check-out.
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Ieri sera, sull’acuto finale della cover di Let It Be, per lo sforzo, la commozione e forse una lieve ipertensione da stress agonistico, a Marco Mengoni si è rotto un capillare del polpaccio destro e l’ematoma che ne è derivato ha assunto la silhouette dei Jalisse, interpretata da tutti come un ottimo presagio.
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Un flash dal backstage. Colapesce e Dimartino tutti sussiegosi parlano di Miles Davis a Madame, che annuisce (ha le cuffie). In un angolo, Lda sorride complice e intanto digita sul suo BlackBerry “Mails Davis”.
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Il suo mental coach mi ha raccontato che Amadeus ha una piccola compulsione: ogni volta che sente il nome “Pippo Baudo” scrive una pec al direttore di rete ricordandogli che il campo di padel l’ultima volta l’ha pagato lui.
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Per la diretta video con Zelensky, poi sostituita da una lettera, il computer adibito al collegamento era quello di Beppe Vessicchio, robustissimo ThinkPad del 2004 con un pezzo di biadesivo sulla fotocamera e una foto di Victoria Silvstedt in “La mia vita a stelle e strisce” come sfondo del desktop.
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Gino Paoli, ospite dell’ultima serata, ama ripetere che da quando sul sito della SIAE ci vuole lo Spid la qualità della sua vita è precipitata.
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Per caricarsi prima del gran finale Tananai è da stamani alle otto che urla appunto “tananai” in un tupperware.
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gIANMARIA è tutto fuorché scaramantico e infatti si è già fatto un tatuaggio celebrativo del premio Mia Martini giusto in mezzo a un simbolino dell’infinito e a quello per la vittoria del Nobel per la chimica nel 2040.
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Durante la pubblicità uno da casa pensa che presentatori e concorrenti corrano nei camerini ad asciugarsi il sudore e a sputare boccate di Powerade in un secchio, invece dagli altoparlanti la regia chiama il “freeze” e loro restano immobili sul palco, come al GF Vip ma senza legami di parentela infelici.
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È il momento di spiegarlo: perché Amadeus chiama Fiorello “Ciuri”? Perché non ha idea di chi sia questo esagitato con cui lo costringono a collegarsi tutte le sere.
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I capricci delle star: Ultimo, per rilassarsi prima della finale, ha preteso di trovare nel suo camerino 100 rose rosse e il portafoglio dell’Udinese che ha perso nel 2002.
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Stasera torna Chiara Ferragni, che per comodità è rimasta a Sanremo tutta la settimana nascosta nel parcheggio dell’Ariston camuffata da Opel Astra.
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Per avvantaggiarsi gli attrezzisti intorno alle 22 dell’ultima serata cominciano a rimettere a posto e per tradizione come prima cosa smontano Gianni Morandi.
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Rosa Chemical è un artista vero e vive la sua musica con massima serietà, ma alla fine di ogni esibizione gli scappa sempre un sorriso perché sull’Apple Watch gli compare la scritta “A quanto pare ti stai allenando” e quindi non si sente in colpa a mangiare un dolcino.
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Ogni anno, intorno al 15 gennaio, perviene alla redazione del Festival una copia rilegata in pelle rossa della tesi di laurea di Andrea Scanzi sui cantautori, acclusa a una lettera di auto-candidatura come membro della giuria di qualità.
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Se vi capita di incontrarlo sappiate che Marco Mengoni, grande favorito per la vittoria di stasera, è convinto che solo per lui si utilizzi una stella come indicatore del centro-palco, e per gli altri un puntino.
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