Fra i libri più comprati ci sono i titoli di veterani della carta stampata come Rampini e Cazzullo, ma anche quelli del vice del Post Francesco Costa e di Emilio Mola
- M. di Antonio Scurati guida la classifica con il racconto degli ultimi tragici giorni dell’Europa. Da Bompiani
- Poi, la classifica della settimana ci indica che sta succedendo qualcosa di interessante. Che riguarda il giornalismo. O meglio i giornalisti. Che piazzano i loro libri nei primi sette posti della saggistica
- Questi libri dividono due mondi: quello di Augias, di Mieli, Rampini e Cazzullo, veterani del giornalismo, e quello di Francesco Costa, vice del Post, giornale digitale, e di Emilio Mola
M. di Antonio Scurati guida la classifica con il racconto degli ultimi tragici giorni dell’Europa. Da Bompiani.
Poi, la classifica della settimana ci indica che sta succedendo qualcosa di interessante. Che riguarda il giornalismo. O meglio i giornalisti. Che piazzano i loro libri nei primi sette posti della saggistica. Unico intruso di questa lista uno scrittore in purezza come Alessandro Baricco con la sua lezione sapienziale La via della narrazione, da Feltrinelli. Una piccola lezione di verità sul mistero del narrare.
I due mondi
In sequenza si classificano: Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo, Strade Blu Mondadori. Ripartiamo dalle basi. Cassetta degli attrezzi per capire l’attualità e la politica di Alessandro Mola, da Rizzoli. Il nuovo caso editoriale. Diecimila copie in due settimane. Quasi come California di Francesco Costa, Strade blu Mondadori a 13mila. Paolo Mieli con Ferite ancora aperte. Guerre, aggressioni e congiure, Rizzoli. Corrado Augias con La fine di Roma. Trionfo del cristianesimo, morte dell’Impero, Einaudi. Federico Rampini America. Viaggio alla riscoperta di un paese, Solferino.
Ecco, questi libri dividono due mondi: quello di Augias, di Mieli, Rampini e Cazzullo, veterani del giornalismo nei grandi quotidiani che promuovono i loro libri soprattutto in televisione e attraverso i giornali, e quello di Francesco Costa, vice del Post, giornale digitale, 290mila followers su Instagram, e di Emilio Mola, 638mila. Due casi certo diversi ma accomunati dalla disintermediazione. I vecchi leoni parlano attraverso la mediazione di giornali e tv, i nuovi direttamente dai loro podcast e social.
Caso Mola
Mola è nato a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi nel 1981. Giornalista, è cresciuto professionalmente a Senzacolonne, testata locale brindisina, occupandosi di cronaca nera, giudiziaria e politica. Ha poi collaborato al progetto “Odiare ti costa”, pensato per segnalare contenuti d’odio, casi di diffamazione, cyberbullismo, revenge porn e altre forme di violenza sul web. È uno dei giornalisti più seguiti sui social per le sue riflessioni e le analisi sui fatti di politica e di attualità nazionale. Ripartiamo dalle basi è il suo primo libro. Sesto assoluto.
L’idea è che siamo subissati da informazioni in ogni momento, in ogni luogo, come mai era accaduto prima. Ma se prima c’erano professionisti del settore a fungere da filtro tra notizia e fruitore, con l’avvento dei social ognuno di noi si ritrova di fatto abbandonato a se stesso. In un mare aperto.
Se in qualche caso il problema è distinguere il vero dal falso, in altri il punto è semplicemente riuscire a capirci qualcosa. Perché l’informazione dà spesso per scontato che si sappia di che cosa si stia parlando. Per esempio dello spread o del debito pubblico supponendo che chi ascolta o legge sappia che cosa sia, come si formi, chi lo detenga. O dell’immigrazione dando per scontato che se ne conoscano i meccanismi e le reali cifre. O di istituzioni europee immaginando che tutti sappiano che cosa siano e cosa facciano la Commissione europea, il Consiglio europeo o altri organismi.
Mola è uno dei giovani commentatori politici più seguiti e condivisi sui social proprio perché fa chiarezza, aiuta a orientarsi, smonta false credenze, fornisce gli strumenti per diventare cittadini consapevoli del mondo in cui viviamo. E Ripartiamo dalle basi, il suo primo libro, è una vera “cassetta degli attrezzi” per comprendere fenomeni e dinamiche che tornano quotidianamente nel dibattito pubblico.
Sintesi, una voce diretta, riduzione della complessità, del contesto e dell’enciclopedia di riferimento sono i nuovi tratti distintivi. Si tratta poi anche di semplificare, ridurre ai minimi termini qualsiasi argomento. Che cos’è lo stato, quali i suoi poteri, come si vota, ecc. Si tratta anche di rinunciare al giornalismo d’opinione, di rinunciare all’analisi: ridurre tutto a fatti, persino le opinioni. E vendere tanto in libreria. Costruendo manuali di piccole verità e guide per capire, un po’ secondo il fortunato modello di Cose spiegate bene del «Post» in joint con Iperborea.
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