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Con la creazione di un nuovo spazio di approfondimento d’inchiesta nella programmazione, senza soste, di Rainews24 abbiamo scelto il nome anche grazie al successo di un film, Il caso Spotlight.
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Ottima metafora dell’accensione improvvisa di una luce abbagliante su una zona oscura, esattamente quello che vuole e deve fare sempre il giornalismo d’inchiesta: è un metodo di lavoro, un’attitudine professionale, una responsabilità di squadra.
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Lo aveva capito prima di tutti proprio il direttore che ha fondato Rainews24 nel 1999: Roberto Morrione, rarissimo esemplare di giornalista impegnato, visionario e insieme rigoroso, di cui proprio in questi giorni ricordiamo i dieci anni della sua scomparsa.
Se dobbiamo trovare ispirazione nel cinema, forse siamo messi male. Eppure con la creazione di un nuovo spazio di approfondimento d’inchiesta nella programmazione, senza soste, di Rainews24 abbiamo scelto il nome anche grazie al successo di un film, Il caso Spotlight.
Ispirazione dal cinema
Spotlight, traducendo “riflettori”, ottima metafora dell’accensione improvvisa di una luce abbagliante su una zona oscura, esattamente quello che vuole e deve fare sempre il giornalismo d’inchiesta; in realtà però non è solo un film tratto da una storia vera: è un metodo di lavoro, un’attitudine professionale, una specializzazione impegnativa, una responsabilità di squadra.
Quando al Boston Globe nel 2002 venne scoperchiato lo scandalo degli abusi ai minori da parte di preti dell’arcidiocesi cattolica della città, coperti dalle gerarchie locali della Chiesa, il team di giornalisti chiamato Spotlight esisteva da più di trent’anni, prima anche del clamore quindi del Watergate di Woodward e Bernstein, si era ispirato al modello inglese del Sunday Times, e negli anni aveva scoperto altre verità scomode, con perseveranza e coraggio.
La missione
Quella volta però si portarono a casa il Pulitzer.
Nella nostra piccola realtà di testata all news del servizio pubblico non voliamo certamente così alto, non ci sono Pulitzer da conquistare, la missione bellissima e faticosissima più importante è coprire in un modo serio, tempestivo e approfondito tutte le notizie e gli eventi più significativi della giornata, farlo prima degli altri, farlo meglio degli altri: a volte ci riusciamo, a volte no, sempre ci proviamo.
Ma nel linguaggio di un canale informativo non stop, ripeto del servizio pubblico, non può mancare uno spazio, meditato, organizzato, studiato, verificato, scadenzato, arrivo a dire, parola televisiva orribile, “formattizzato” di giornalismo d’inchiesta.
Lo aveva capito prima di tutti proprio il direttore che ha fondato Rainews24 nel 1999: Roberto Morrione, rarissimo esemplare di giornalista impegnato, visionario e insieme rigoroso, una schiena dritta con i baffi, di cui proprio in questi giorni ricordiamo i dieci anni della sua scomparsa e insieme anche gli ottanta dalla sua nascita.
Roberto, che aveva iniziato in Rai con Enzo Biagi, veniva anni prima da un’esperienza forte da caporedattore della cronaca del Tg1, dove per sostenere un’inchiesta scottante di un suo inviato, Ennio Remondino, sui rapporti tra la Cia e la Loggia P2, rischiò con il direttore Nuccio Fava una crisi diplomatica e il posto, che, puntualmente, perse.
Le inchieste al centro
Iniziando, anni dopo, l’avventura inedita di Rainews24, Morrione rimise al centro ancora le inchieste, che si potevano coniugare benissimo, nella sua prospettiva, con le edizioni continue dei telegiornali di copertura nazionale e internazionale: negli anni della sua direzione crebbero reporter di rango, come Sigfrido Ranucci, l’attuale autore e conduttore di Report, lo spazio più importante di giornalismo investigativo della tv generalista.
Su Rainews24 andarono in onda le inchieste dell’uso del fosforo bianco a Falluja durante la seconda guerra del Golfo e l’ultima intervista a Paolo Borsellino, accantonata da anni sul rapporto tra Vittorio Mangano, il cosiddetto stalliere di Arcore, e Marcello Dell’Utri, e anche lì le conseguenze non mancarono, come ben ricorderete.
Ma il giornalismo, ancora di più quello di inchiesta, per Roberto Morrione era una specialità alpina che prevedeva una discesa libera, non uno slalom con paletti ingombranti.
Ecco, la vocazione istituzionale della Rai, il rispetto delle opinioni politiche pluralistiche, non può diventare un freno alla ricerca del racconto della verità.
A volte la verità bussa prepotentemente, e addirittura irrompe, a volte invece va cercata, snidata, quasi sempre è un gran pasticcio, come ci ha detto l’altro giorno Luciana Castellina, e bisogna rimetterlo a posto.E il posto dove farlo, il posto giusto, naturale, necessario, è il servizio pubblico.
Rainews24 è il principale media partner del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Da quest'anno le inchieste finaliste verranno mandate in onda nel programma d'inchiesta Spotlight.
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