- La droga degli chef si chiama stella Michelin. Qualcuno ritiene che sia una medicina. Ma i benefici a medio e lungo termine sono piuttosto incerti. In nessun altro campo della umana creatività si vive in così diretta e ossessiva dipendenza da un riconoscimento pubblico.
- Chi, come me, fa il mestiere del critico gastronomico dovrebbe provare qualche imbarazzo nel muovere i propri passi in un contesto psicologico così fragile.
- E qui, si ritorna alla favola della Michelin, che s’è inventata una stella verde intonata a fumosissimi criteri di sostenibilità al solo scopo di auto promuovere una nuova linea di pneumatici green. La morale? Non se ne esce.
Stella Michelin, la droga e l’ossessione degli chef dai benefici incerti


11 dicembre 2021 • 13:08Aggiornato, 13 dicembre 2021 • 11:07