C’è una possibile soluzione per risolvere il problema dell’accoglienza. Se li facciamo tutti italiani, nessuno li potrà respingere, quando andranno a bussare alle frontiere delle altre nazioni europee. Perché, comunque, da noi nessuno ci vuole stare
Problema: ogni giorno sbarcano a Lampedusa, o da qualche altra parte che fa capo all’Italia una quantità sempre più grande di migranti. Una volta erano migranti e basta. Adesso sono talvolta gente che scappa da guerre, talaltra gente che scappa da efferati regimi, poi ci sarebbero i migranti economici e da un po’ di tempo anche i migranti climatici (quelli che scappano dalla situazione catastrofica causata nel loro paese dal mutamento climatico).
Di tutto questo veniamo quotidianamente informati dai giornali e dai telegiornali, eccetera eccetera. Una volta sbarcati qui, grazie a un orrendo Trattato di Dublino, questi migranti devono restare in Italia (non ho capito bene il perché, ma mi pare che sia così): la Francia chiude le frontiere, l’Austria chiude le frontiere, e questi poveretti devono restare qua in una situazione molto precaria, in questi centri che li accolgono e che, da come si vedono alla televisione, non sembrano molto confortevoli.
Ormai è da più di dieci anni che va così, è una situazione alla quale per esempio io mi sono un po’ assuefatto. È una situazione che sembra anche irrisolvibile.
Una soluzione
Ecco, io avrei una soluzione da proporre: non si potrebbe cambiare in fretta le procedure per diventare cittadini italiani? Arriva il migrante, tu lo raccogli in mare e lo porti a Lampedusa o a Brindisi o a Cefalù, dove ti pare; lo identifichi, gli chiedi: vuoi diventare cittadino italiano? Lui dice: sì. Tu hai questa nuova procedura per cui in tre giorni lo dichiari cittadino italiano.
A quel punto lui, anche se è diventato cittadino italiano, di restare in Italia non gliene frega niente, qua lo pagano peggio, non ha amici, eccetera eccetera. Lui, appena l’hai dichiarato cittadino italiano va in Francia o in Germania o in Svezia, dove si guadagna molto meglio e farse si sta anche meglio.
Appena arriva alla frontiera con l’Austria, gli austriaci sono già lì pronti a respingerlo perché vedono che ha un aspetto un po’ africano, e presumono che sia abusivo, invece lui apre il portafoglio e tira fuori una nuovissima carta d’identità italiana e (grazie a Schengen) sono obbligati a farlo girare per l’Austria come un qualsiasi altro italiano. Uguale alla frontiera francese.
Questa idea non è farina del mio sacco, l’ha avuta guardando un telegiornale mentre mangiavamo una mia amica e io ho capito subito che era un’idea geniale. L’unico problema è che dopo gli austriaci, che sono precisi, vedendo che arrivano tutti ‘sti nuovi italiani alla frontiera dell’Austria, chiamano un interprete italiano per sapere dove vogliono andare tutti ‘sti italiani, che gli chiede: parli italiano? E l’italiano africano gli dice: no. E allora cosa parli: ghanese. Poi ne arriva un altro.
Parli italiano? No. E allora cosa parli? Sudanese, e così via. Allora l’Austria capisce che li abbiamo fregati, però al massimo potrà dire soltanto che gli italiani non parlano più italiano e che l’Italia dovrebbe potenziare un po’ la scuola.
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