Per i miei 80 anni vorrei festeggiare come Enrico Rovelli, storico agente di Vasco Rossi, che l’altra sera ha brindato con un centinaio di amici ai Magazzini Generali. Lui, l’uomo dai 500 concerti tra cui quelli di Pino Daniele, Adriano Celentano e Patty Pravo, dopo mezzanotte si è fatto recapitare le famose brioche alla nutella di Angelo, titolare del ristorante Angolo di casa, dove mi trovavo a cena, e che ho visto partire con apprensione in due tranche. Quella sera sarei dovuta essere al Franco Parenti a vedere Alessandro Baricco in conversazione con l’amico Tito Faraci, ma i fan dello scrittore avevano preso d’assalto il teatro e io, arresa davanti all’entusiasmo altrui, per consolarmi mi sono attovagliata.

Parola d’ordine

Da fuori sembra un ristorante cinese ma una volta dentro e pronunciata la parola d’ordine, si apre una porta e in un attimo ti senti ne Il grande Gatsby di Scott Fitzgerald. Che sono certa, come me avrebbe apprezzato dietro il bancone le creazioni della bartender della Gucci Osteria Martina Bonci col suo fido assistente Michael Collovigh. Con me l’altra sera al 1930 di via Sottocorno c’erano Jody Cecchetto e il cantante Diego Naska, al centro delle cronache per essere stato spintonato da Fedez qualche giorno prima al Fluid, alla festa del rapper Tony Effe. Abbiamo parlato del caso giusto prima che arrivassero i drink a base di tequila e gin, giocato col suo bassotto Dobby – nome ispirato all’elfo di Harry Potter – e dopo il secondo giro ricordo solo che in macchina mi ha fatto ascoltare l’inizio del disco che uscirà dopo l’estate. Cantavano Paola e Chiara invece alla festa per i trent’anni di Dodo al Teatro Alcione. Mi ha invitato la pierre Annalisa Turroni, in arte LaPisa, che conosco da quando frequentavamo spesso New York. Tra le presenze degne di nota, l’attore Giacomo Giorgio con cui mi sono trovata fuori a fumare, la mia consulente di cristalli e attrice Jenny De Nucci, e il rampollo fiorentino votato alle pierre Jacopo Durazzani, intento a occuparsi del lancio di Lec, brand di Charles Leclerc.

ANSA

Il film di Milani

Sono appena arrivata in Abruzzo, a Pescasseroli, per la prima del film di Riccardo Milani ambientato qui, ma il mio pensiero va alle ultime cinquanta pagine di Tutta la vita che resta di Roberta Recchia. Che già pregusto di leggere in treno, al ritorno. «Abituarsi al peggio è la cosa più brutta che un essere umano possa fare», dice Virginia Raffaele in una scena drammatica di Un mondo a parte, dal 28 marzo nelle sale. Interpreta in modo commovente, dialetto marsicano incluso, la vice preside di una piccola scuola delle montagne abruzzesi a rischio chiusura, e al suo fianco c’è un grande Antonio Albanese. A parte loro, i protagonisti sono stati scelti tra i residenti del luogo e invitati alla prima.

«È un omaggio ai posti che resistono nonostante tutto. E a quelli che non ci sono più», spiega il regista, arrivato qui 50 anni fa e dove, insieme alla moglie Paola Cortellesi e le sue figlie, ha casa. Dopo la proiezione, cena a Palazzo Sipari dove incrocio l’amministratore delegato di Medusa Film Giampaolo Letta, abruzzese anche lui, e noto l’ex ministra Marianna Madia, qui ad accompagnare il marito produttore Mario Gianani. Le presentazioni mi portano di fianco a Monica Gnani, braccio destro di Beppe Caschetto, e agente di Virginia Raffaele. Tutto sotto l’occhio vigile degli organizzatori e amici Tiziana Mazzola e Paride Vitale, che ha il merito di avermi fatto amare questo posto anni fa e ospitato spesso a casa sua.

La scorsa estate, a cena in giardino, c’erano proprio Milani e Cortellesi coi loro amici Laura Pausini e Paolo Carta, che il giorno seguente ho incontrato a fare la fila per la pizza rossa. «Passa da Sandrina a prendere un tartufo prima di tornare», mi dice al telefono mio marito Filippo, interessato a capire perché la sua fruttivendola di fiducia non è nel film.

Non è un addio

«Finimmo prima che lui ci finisse, perché quel nostro amore non avesse fine», canta Baglioni in Mille giorni di te e di me. Che dedico oggi a questa rubrica, leggera e complessa, nata da un’idea dell’ex direttore Stefano Feltri. E che il direttore Emiliano Fittipaldi generosamente ha confermato. Faccio cose, vedo gente rimane il leitmotiv delle mie giornate, smetto solo di raccontarlo qui. Un grande grazie va alla tempra di Mattia Ferraresi, esperto di esteri e responsabile della pagina, che ogni settimana ho messo alla prova e Dio solo sa che cosa gli sia passato per la mente. E a chi è rimasto a leggere fino all’ultima riga. Ci vediamo in giro.

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