Che fatica trovare un parlamentare disponibile a confrontarsi sulla cannabis. Da novembre 2023 mando inviti agli esponenti di maggioranza che si sono esposti su questo argomento per organizzare un dibattito. Mesi di rinvii, non risposte, ghosting. La destra di governo non prende nemmeno in considerazione l’idea di confrontarsi nel merito
Senza dubbio il tema delle droghe è uno dei più quotati da questo governo: argomento di campagne elettorali e di iniziativa legislativa, è sempre presente nelle preoccupazioni degli esponenti dei partiti dell’attuale maggioranza. Eppure trovare anche un solo parlamentare disponibile a un confronto pubblico su questo sembra impossibile.
Da tre anni coordino un’organizzazione che si chiama Meglio Legale, che si occupa di politiche sugli stupefacenti e in particolare sulla cannabis. Insieme all’associazione Coscioni abbiamo promosso un referendum nel 2021 e oggi stiamo raccogliendo le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare su coltivazione domestica di cannabis (IoColtivo). Nell’ambito di questa iniziativa abbiamo cercato un confronto con le forze di governo. Del resto, in Europa ci sono molte discussioni aperte su questo: l’ultima in Germania, che si appresta ad approvare una legge simile a quella da noi proposta.
Da novembre 2023, dunque, ho cominciato a inviare degli inviti a un dibattito “alla pari”: il format prevedeva tre relatori a favore e tre contro, con un moderatore da scegliere insieme. I pro non mi è difficile trovarli: oltre a me ci sono l’onorevole Riccardo Magi, e l’ex senatore Marco Perduca, presidente del comitato del referendum cannabis.
Per i contro aggancio una disponibilità di massima di Maurizio Gasparri. Ma dopo numerosi tentativi di fissare e confermare, non resta che arrendersi al fatto che il senatore non intende intervenire. Pazienza, troveremo qualcun altro. Ci attacchiamo al telefono, mandiamo mail, sms, whatsapp. Chiamiamo assistenti e segreterie. Cominciamo da quelli più attivi sul tema: parlamentari che hanno presentato disegni di legge per inasprire le pene, presidenti di commissioni competenti, deputati e senatori che hanno difeso il decreto Caivano, che hanno chiesto il ritiro della patente anche per chi avesse fumato cannabis un mese prima di mettersi alla guida. Cominciamo da quelli che su questi temi si sono fatti sentire di più. Ma niente, trovare una disponibilità sembra un’impresa. Sulla quale, alla fine, increduli siamo costretti a gettare la spugna. Su 37 invitati nemmeno uno disposto a venire.
Alcuni dicono di avere altri impegni, altri semplicemente che non possono, in molti non rispondono proprio. La presidente della Commissione antimafia della Camera, Chiara Colosimo, parlamentare di Fratelli d’Italia, risponde che non le è possibile nemmeno accordarci una diretta Instagram da qui ai prossimi mesi. Onestamente una cosa del genere non mi è mai capitata. Mi chiedo: se fossi io esponente di un partito che sta al 40% avrei paura di confrontarmi con un’associazione di cittadini su un tema che – comunque la si pensi – è di grande rilevanza sociale?
L’idea che mi sono fatta è che le ragioni di un così robusto muro di gomma sono almeno due. La prima: una grande arroganza di un potere che si sente così forte da non dover rispondere a nessuno. E chi se ne importa se il parlamentare rappresenta lo stato o, come dicono loro, la nazione prima che il partito. Ma attenzione: è proprio quando si hanno grandi poteri che bisogna essere più accoglienti perché, spoiler, non dura per sempre. La seconda ragione di questo fuggi fuggi credo che sia la povertà di argomenti. Perché è facile fare propaganda utilizzando i soliti arrugginiti ferri vecchi. Se ci fosse qualcuno a replicare, tutto questo apparirebbe nella sua spaventosa vuotezza. Allora Gasparri dovrebbe spiegare come mai, proponendo le stesse politiche da ben nove (già) legislature – anche con incarichi di governo – non è riuscito a ridurre il traffico illecito di stupefacenti di un solo grammo. Allora la presidente Colosimo dovrebbe spiegare perché se la cannabis vale il 42% del mercato nero degli stupefacenti, è contraria a togliere questo terreno alle mafie.
Comunque l’evento lo faremo lo stesso anche senza di loro, mercoledì 31 gennaio alle ore 19 al cinema Troisi a Roma (via Girolamo Induno, 1). Lo abbiamo intitolato “Le fake news sulla cannabis e come smontarle”.
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