- Roberto Morrione, detto Bob, il baffo rosso, è stato tante cose, ma tutte unite dal filo della passione civile per la libertà di informazione, dall’amore per la Costituzione antifascista, dal piacere di scovare nuovi talenti e dal desiderio di “Illuminare” davvero le periferie del mondo.
- Per comprendere davvero chi sia stato Roberto Morrione bisogna partire dalla fine, quando dismessi i panni di primo direttore di Rainews24, decise di mettersi a disposizione di Libera e di percorrere l’Italia per formare nuovi giornalisti.
- Il premio a lui dedicato incarna e simboleggia la vita di Roberto. Questa sarà la decima edizione e, sino ad oggi, le inchieste premiate, ma anche quelle selezionate, hanno davvero esplorato temi e mondi altrove rimoss. Il nuovo bando scadrà il prossimo 31 gennaio.
«Chiedi chi era Roberto Morrione», si potrebbe scrivere parafrasando una citazione ormai classica. Roberto Morrione, detto Bob, il baffo rosso, è stato tante cose, ma tutte unite dal filo della passione civile per la libertà di informazione, dall’amore per la Costituzione antifascista, dal piacere di scovare nuovi talenti e dal desiderio di “Illuminare” davvero le periferie del mondo. Questo filo rosso ha unito tutta la sua esistenza, da giornalista, da direttore, direttore di Libera Informazione, l’agenzia di Libera, il presidio antimafia fondato da Don Luigi Ciotti, sino all’ultimo respiro, nel senso letterale del termine.
Per comprendere davvero chi sia stato Roberto Morrione bisogna partire dalla fine, quando dismessi i panni di primo direttore di Rainews24, decise di mettersi a disposizione di Libera e di percorrere l’Italia per formare nuovi giornalisti, per diffondere la cultura della legalità, per insegnare a chi voleva intraprendere la strada del giornalismo la necessità di affinare lo spirito critico, di andare oltre le apparenze, di scovare le connessioni profonde, esplorando le piste meno percorse e non trascurando mai l’analisi di ogni dettaglio, di ogni particolare che potesse rivelarsi utile ad avvicinarsi ad una verità oscurata.
Questo era anche lo spirito che aveva segnato la sua esperienza di capocronista del Tg1 in anni non facili, segnati dalle Stragi del terrorismo, dalle trame nere, dagli intrecci tra mafie, P2, traffico di armi. In quella squadra lo accompagnavano, tra gli altri, Ennio Remondino, Pino Scaccia, Barbara Scaramucci, Giulio Borrelli, per citarne solo alcuni.
Quella inchiesta su logge deviate, trame irrisolte, traffico d’armi gli costò l’Ira di Cossiga e la fine temporanea della direzione di Nuccio Fava e di quella esperienza editoriale. Eppure non fece un solo passo indietro, perché ovunque e in ogni situazione sapeva individuare un percorso e trasmettere la sua esperienza ai più giovani, ascoltando, correggendo, ma cercando sempre di valorizzare il potenziale umano che aveva.
Il premio
Il premio a lui dedicato incarna e simboleggia la vita di Roberto. La sua compagna, nel senso pieno della parola, Mara Filippi Morrione, il presidente Giovanni Celsi, il direttore Francesco Cavalli, per anni animatore del Premio Ilaria Alpi, le amiche e gli amici che animano questo evento hanno scartato la strada del consueto riconoscimento alla memoria consegnato da giornalisti ad altri giornalisti, e hanno scelto la strada, difficile, ma gratificante, di consentire a donne e uomini, sotto i trenta anni, di realizzare un loro progetto.
La giuria del premio, infatti, seleziona le migliori proposte e consegna alle vincitrici e ai vincitori la possibilità di realizzare, sotto la guida di un tutor, un’inchiesta che deve avere i requisiti dell’originalità e della grande cura per immagini e testo, anche perché Roberto era indulgente di fronte all’errore, ma implacabile di fronte alla sciatteria.
Questa sarà la decima edizione e, sino ad oggi, le inchieste premiate, ma anche quelle selezionate, hanno davvero esplorato temi e mondi altrove rimossi: dalle agromafie al traffico di organi, dallo sfruttamento del lavoro precario al commercio delle armi.
Il premio consiste, anche e soprattutto, nella possibilità di vedere trasmesse le inchieste su Rainews24, di ascoltarle su Radio3, di rileggerle su questo quotidiano, di vederle in rete, perché il premio si è aperto ai nuovi linguaggi, nel segno di una instancabile curiosità verso ogni ogni forma espressiva.
Il nuovo bando scadrà il prossimo 31 gennaio. Un‘occasione da non perdere per chiunque abbia la voglia di sperimentarsi, di raccontare una storia, di andare oltre i confini del quotidiano e della banalità dominata da superficialità e culto della velocità.
“Date sempre un contesto al testo altrimenti tutto risultata incomprensibile, annegato nella quantità, ma senza quella luce che consente di vedere e di capire.”
Chiunque abbia voglia di inviare un testo e di accompagnarlo con un “contesto” che abbini velocità e profondità, collegando passato, presente e un possibile futuro, non perda l’occasione e partecipi alla decima edizione del Premio Morrione.
Il bando della decima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo scade il 31 gennaio 2021. Possono partecipare gli under30 con un progetto di inchiesta da realizzare. Tutte le informazioni sono nel sito: www.premiorobertomorrione.it
*Giuseppe Giulietti è presidente della giuria del Premio Morrione e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana
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