Sabato siamo stati riportati a cento anni fa, agli assalti alle Camere del lavoro dello squadrismo fascista. Una violenza inaudita, che ha fatto male a tutta Italia, anche dal punto di vista simbolico. Ma per tanti antifascisti non è stato un fulmine a ciel sereno. Da tempo denunciamo, ANPI in testa, l’azione di varie organizzazioni che agiscono nella piazza virtuale e nella società. Continuano ad essere scoperti gruppi che si rifanno a fascismo e nazismo. Che istigano all’odio e alla violenza verso chi categorizzano come diverso. Non a caso è stato necessario istituire la “Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza” che ha come presidente Liliana Segre.
Il paese ha però memoria di quello che è stato. Per questo c’è grande consapevolezza della necessità di agire per combattere fascismo e nazismo in qualunque forma si ripresentino. La proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazista e fascista lanciata dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, ha raccolto 241mila firme, in un periodo complicatissimo per far banchetti e raccolte firme. Migliaia di persone sono andate a firmare, nonostante non fosse facile per tutte le necessarie restrizioni dovute alla pandemia.
La matrice
E lo hanno fatto perché gli episodi di matrice fascista sono sotto gli occhi di tutti. A Marzabotto tempo fa abbiamo assistito ad una partita in cui un calciatore ha fatto il saluto romano mostrando la maglietta della RSI alla tribuna dopo aver segnato un goal. Un gesto ignobile, fatto a pochi metri dal Sacrario in cui riposano le vittime degli eccidi di Monte Sole.
Ho sentito troppe volte derubricare a folklore gesti come il saluto romano, il chiamarsi camerata, le visite alla tomba di Mussolini. Quello che doveva essere solo folklore, due giorni fa, ha sfasciato una sede sindacale. Ha cercato di ribaltare camionette della polizia. Ha provocato disordini e anche feriti. Si è rivelato per ciò che è: fascismo, squadrismo. In totale coerenza allo stile degli anni Venti. Quello che cavalcando la rabbia e il malcontento, proprio come fa oggi, instaurò una dittatura ventennale, portando una guerra e contribuendo allo sterminio di tantissime persone.
Per questo è adesso arrivato il momento di prendere atto di questo fenomeno. Perché sabato si è arrivati al punto di non ritorno: bisogna agire oppure rischieremo di farlo diventare ancora più forte.
Una tolleranza insopportabile
Per troppo tempo non sono stati presi i dovuti provvedimenti per fermare l’avanzata del neofascismo. C’è stata, da parte di alcune forze politiche, una tolleranza insopportabile, lo strizzare l'occhio a movimenti che in modo subdolo si insinuavano nella vita delle persone con presentazioni di libri, linee di abbigliamento, messaggi su striscioni e manifesti contro la comunità LGBTQI+, contro i migranti, contro il diritto di abortire delle donne. Si insinuavano nella vita delle persone.
Sono stati in molti casi legittimati, non combattuti a dovere. È evidente che nostalgici del fascismo ci siano anche tra le fila dei partiti che sono in Parlamento. La proposta di intitolare nuovamente ad Arnaldo Mussolini un parco a Latina l’ha fatta un membro della Lega con il ruolo di Sottosegretario. Per non parlare dei dirigenti di Fratelli d’Italia che inneggiano a Hitler e Mussolini e denigrano Paolo Berizzi, sotto scorta per le minacce ricevute da neonazisti e neofascisti.
Fare pressione dal basso
Proprio perché adesso nessuno può più far finta di niente, adesso è quanto mai importante che tutti i partiti in Parlamento sostengano le mozioni presentate dal Partito Democratico alla Camera e al Senato per lo scioglimento di ogni partito o movimento di ispirazione fascista, a tutela della nostra Repubblica democratica e antifascista. La Costituzione, le leggi devono essere rispettate.
In questa battaglia dobbiamo esserci anche dal basso, dai luoghi della memoria, dalle città, dovunque si deve sentire forte la voce e la volontà di tante e tanti che chiedono da tempo lo scioglimento di Forza Nuova e delle altre organizzazioni neofasciste. Per questa ragione ho lanciato una petizione sul tema, su change.org. L’ho fatto come sindaca di Marzabotto, un paese che l'orrore del fascismo lo ha conosciuto. Si deve finalmente attuare ciò che da tempo andava fatto. Ce lo chiede la memoria di chi a causa del fascismo ha sofferto e perso la vita.
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