Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 presieduta da Tina Anselmi


Risultano presenti negli elenchi della Loggia P2 sedici magistrati in servizio più tre collocati a riposo. I detti magistrati sono stati sottoposti a procedimento disciplinare dal Consiglio Superiore della magistratura, che con sentenza emessa in data 9 febbraio 1983 ha deciso di assolvere quattro degli affiliati, pronunciando per gli altri sentenze varie di condanna, ivi compresa la rimozione.

Con riferimento alla questione dei rapporti tra la Loggia P2 e la magistratura (intesa nella sua interezza, come ordine giudiziario), gli accenni più significativi si rinvengono nel piano di rinascita democratica in cui si delinea il ruolo della magistratura nel complessivo disegno politico descritto nel documento e si evidenzia la necessità — a tal fine — di stabilire un raccordo «morale e programmatico» con la corrente di Magistratura Indipendente dell'ANM «che raggruppa oltre il 40 per cento dei magistrati italiani su posizioni moderate per poter contare su un prezioso strumento già operativo nell'interno del corpo, anche ai fini di taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale funzione di elemento di equilibrio della società e non già di eversione».

Lo stesso documento indica poi quali debbano essere, nel quadro della riforma dello Stato delineata, le modifiche da apportarsi al vigente ordinamento giudiziario, sia nel breve che nel lungo periodo. Le indicazioni sono le seguenti: a breve termine in tema di ordinamento giudiziario:

- responsabilità civile (per colpa) del magistrato;

- divieto di nominare sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari; - la normativa per l'accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari);

- la modifica delle norme in tema di facoltà di libertà provvisoria in presenza di reati di eversione — anche tentata — nei confronti dello Stato e della Costituzione, nonché di violazione delle norme sull'ordine pubblico, di rapina a mano armata, di sequestro di persona e di violenza in generale.

A medio e lungo termine:

- unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il Pubblico Ministero è distinto dai giudici);

- responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull'operato del Pubblico Ministero (modifica costituzionale);

- istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi d'istruzione;

- riforma del Consiglio Superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);

- riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;

- esperimento di elezione di magistrati (Cost. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali.

La richiamata sentenza disciplinare del Consiglio Superiore ha rilevato in proposito che, per lo meno con riferimento alla magistratura, il piano ha superato lo stadio di mera elaborazione programmatica per diventare effettivamente operativo mediante iniziative di finanziamento della stampa del gruppo di Magistratura Indipendente e di versamento di somme in favore del segretario generale dello stesso.

Anche in tema di magistratura è dato constatare che il piano si pone in linea di continuità con altri documenti nei quali si era constatata e lamentata l'influenza sulla magistratura dell'azione dei politici, «i quali cercano di strumentalizzarla conculcandone la libertà dispositiva», nonché la perdita delle prerogative dell'autonomia e dell'indipendenza conseguente all'espandersi, nel suo ambito, «delle varie intendenze e fazioni politiche che compromettono e sfaldano la compattezza dell'Istituto».

L'interesse che la Loggia P2 riservava alla magistratura e la completezza e vastità delle informazioni di cui disponeva al riguardo, emergono poi dall'elenco di magistrati, anch'esso sequestrato a Maria Grazia Gelli e contenente una vera e propria schedatura degli stessi, con la indicazione della corrente dell'ANM di rispettiva appartenenza e con la ulteriore specificazione della loro qualità di «opportunisti» o «attivisti»: occorre pertanto rilevare che del documento medesimo sono ignoti sia l'autore che il destinatario.

Inoltre il collegamento esistente con la magistratura, e segnatamente con la corrente di Magistratura Indipendente di cui si è sopra detto, si sarebbe manifestato anche con la corresponsione di somme di denaro: il condizionale è d'obbligo perché del documento che riferisce di un finanziamento di lire 26 milioni a favore di magistrati dirigenti di quel gruppo per le elezioni del Consiglio dell'Anm, non sono sfate accertate né l'autenticità, né la provenienza, né la destinazione.

Al riguardo si ricorda, per inciso, che la lettera in oggetto risulta inserita nel fascicolo intestato al magistrato Antonio Buono di cui innanzi si è scritto, fascicolo che contiene altri documenti comprovanti la frequenza ed intensità di rapporti tra il medesimo e Gelli, rapporti che avevano per oggetto anche segnalazioni o raccomandazioni richieste a Buono a favore di persone coinvolte in procedimenti giurisdizionali.

Con riferimento a tal documento è il caso di ricordare — per completezza espositiva — che il Consiglio Superiore della magistratura, con provvedimento del 5 aprile 1984, ha deciso l'archiviazione dell'indagine iniziata nei confronti dei magistrati nominati dalla suddetta lettera, proprio per l'assenza di riscontri probatori in ordine ai fatti riportati.

A proposito di finanziamenti alla corrente associativa di Magistratura Indipendente, la sentenza disciplinare del Consiglio Superiore ha accertato che in favore del magistrato dottor Pone, e per la stampa della rivista di corrente denominata Critica giudiziaria, l'editore Rizzoli si assunse un consistente onere economico, per decisione del direttore generale Tassan Din, «certamente richiesto di intervenire dal Gelli».

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